Ricevi in email i nuovi articoli quando vengono pubblicati.
Io sono! Ecco, a dire il vero, nessuno.
Ah, però io sono la voce di, ho doppiato questo, ho fatto l'altro, il mio parlare è impeccabile e con la mia voce posso interpretare personaggi e veicolare emozioni.
Sì, è vero ma io sono nessuno.
La cosa si dimostra ogni volta che si presenta una crisi. Solo chi è davvero qualcuno resta, resiste. Ma c'è una ulteriore domanda: sei qualcuno per chi?
Per la tua mamma? Per i tuoi amici? Quanti sono gli amici, centinaia?
Quindi riempirai un teatrino di quartiere al massimo e se sei davvero fortunato che tutti gli amici partecipino. Altrimenti da centinaia avrai a che fare con la prima fila della platea e col più
matto degli amici veri che si è seduto in piccionaia a vederti. Tutti gli altri non si sono fatti vedere, tutti avevano altro da fare.
E poi c'è da stabilire quali sono gli argomenti per cui tu sei quello che credi di essere: sei una voce! Quindi sei qualcuno quando la tua voce deve coprire un silenzio con
le parole di altri.
Ma se questi creatori di contenuti decidessero che in fondo non serve impegnarsi a soddisfare le tue richieste per riempire quel vuoto, tu improvvisamente non saresti più qualcuno ma solo
uno dei tanti.
Come mi disse tanto tempo fa un taccagno timoroso delle mie richieste di compenso al raggiungimento di un risultato che ottenni per tutti ma comunque a mio favore:
"ok, avevi ragione ma ricordati che nessuno è indispensabile!"
E pensa, non avevo nemmeno intenzione di chiedere un aumento di compenso, volevo solo festeggiare una vittoria con lui.
Ebbene, oggi io per lui non sono nessuno. Beh, nemmeno lui è molto per me a dirla tutta. Perché i tempi cambiano e a meno di non essere l'angelo custode che provvede al nutrimento, alla salute,
all'amore, siamo tutti sostituibili e bestemmiabili. E dimenticabili.
Benvenuto in questo tuffo nel pessimismo cosmico.
Anche meno!
Nasce in Cina ma il suo progetto è stato redatto in California, come un iPhone! Però ha uno zio giapponese, zio Mylar.
Per essere precisi, come Warm Audio e Apple, progettano in California e vanno in Cina a produrre. Poi commercializzano attraverso i loro canali. Lo zio Mylar è giapponese! Ovvero sia Warm Audio e TZ Audio vanno in Giappone a prendere il Mylar con cui poi costruiranno le loro capsule. Capsule realizzate seguendo la storia di Neumann con le KR67, 87 e la sempre in voga RK47. Le producono anche in Cina e si trovano regolarmente ma prima o poi scoprirò cosa sia il Mylar giapponese.
Il nuovo microfono Stellar X2 si presenta sul mercato italiano distribuito su Amazon e spinto da una ampia campagna di test ottenuti regalando il microfono alla gente del settore che opera on line, come me.
In questo video sarà ospite d'eccezione il mio amico e collega Ivano Pelizzoni, voce Sky e Radio Monte Carlo per dirne un paio.
Anche se in teoria sono sponsorizzato, non lo sono. Non è che regalando il microfono ti becchi automaticamente un sì! Ne ho già mandati indietro altri (su tutti Tonor ma anche altri rimarcati e
proposti da venditori Amazon) per cui era meglio non farla nemmeno la recensione.
Non è questo il caso perché il prodotto è quello che dice di essere, un buon microfono con un suono che non imita quello di altri grandi del settore e quindi un suo carattere.
Provato su voci maschili e con la partecipazione di Eleonora Rossi anche sulla voce femminile, ha retto al confronto con Warm Audio WA74Jr, Aston Spirit e Sennheiser MK4, sulla stessa fascia di prezzo.
La Warm Audio è una azienda americana specializzata in prodotti che si ispirano ad altri prodotti celebri ricalcandone le qualità. Migliorandoli o comunque rimodernandoli e proponendoli a prezzi accessibili. Non mi sono mai avvicinato molto ai suoi microfoni ma il WA-47 Jr, la versione FET del WA-47 di cui esiste a quasi mille euro una versione valvolare, mi ispirava.
Questo microfono dovrebbe rifarsi al celebre U47 Neumann, alle sue sonorità. Il microfono ha una elettronica di tutto rispetto molto più moderna rispetto al vecchio Neumann in particolare privo
del trasformatore e con un avanzato FET Toshiba, condensatori Wima e ed elettrolitici Panasonic. Una combinazione di elementi che gli consente di suonare bene con un rumore di fondo di soli
9/10 dB e un buonissimo calore e colore scuro.
Probabilmente lontano dalle sonorità piene dell'U47 valvolare offre prestazioni eccellenti intorno ai 300€, il che lo rende davvero interessante considerando che offre tre pattern, un PAD e
un filtro passa alto.
Monta una capsula realizzata appositamente in Australia su progetto WA e con Mylar giapponese.
Sì, lo so, il Neumann non è clonabile così facilmente perché non è elettronica ma suono, storia, aspettativa e nessuno ci arriverà mai. Esagerato!
Qui ti presento un microfono che arriva dalla Cina e con 200€ di costi in totale te lo porti a casa.
Si presenta come un Fake U87Ai, ma solo nell'aspetto perché il suono, non è poi così fake.
Non ci credevo e invece...
Un microfono dal costo davvero accessibile e dal suono paragonabile ai grandi microfoni. Commercializzato col marchio di Thomann sotto il nome T-Bone, le bistecche con l'osso, ti faccio sentire questo microfono da 60€ confrontato con il Neumann U87Ai.
Lo metterò sotto pressione con un paio di letture, senza filtri e con pre e compressore poi alternato all'U87Ai.
A volte la differenza di costo non è abbastanza, non per chi cerca il suono perfetto e magari non vuole proprio accontentarsi. Ma qui la qualità non manca.
Ho usato il microfono su una Apollo X4, dapprima senza abilitare UNISON e poi con un Pre valvolare standard incluso nella maggior parte delle UAD con in coda un compressore leggero.
Infine ho caricato di effetti il mixer di Logic per farne un piccolo mix dove si alternano l'U87Ai e l'SC600.
Certo, c'è differenza perché sono due microfoni diversi e il T-Bone non ha la pretesa di clonare nessuno ma alla fine regge benissimo il confronto. 2500€ VS 69€.
Sai cosa? Con il Neumann le spese di spedizione sono gratis, mentre per il T-Bone no!
Buona visione!
p.s. non è un video sponsorizzato.
Sono chiamato alla prova di questo microfono che ho sempre trovato nella media ma consigliabilissimo per restare nel prezzo. Ma è un microfono difficile. Me ne accorgo meglio ora che ho deciso di testarlo più a lungo anche affiancato dal collega Paolo C. con cui ho condiviso parecchi test.
Ma sono stato chiamato da messaggi sui precedenti video dove l'ho fatto suonare e dove mi hanno detto che è una bomba! Che è indistinguibile dall'U87Ai. Ok, allora è arrivato il momento di fare un nuovo test confrontandolo con la nuova versione perché l'elettronica rispetto ai primi modelli è cambiata.
Racconterò la sua storia ascoltandolo.
Ma durante la narrazione ascolterò anche altri microfoni nel suo range di prezzo e lo confronterò ancora con l'U87Ai e con il TLM 103, poi con il Rode NT1-A, con l'AKG P420 e con l'Aston Spirit. E poi ti spiegherò cosa intendo per microfono difficile.
Per il mio lavoro che necessita di un microfono cardioide dettagliato e silenzioso.
Che sia l'attesa del terrore, essa stessa il terrore?
Ricordo da bambino che non avevo paura del babau! Sì, il cagnolino che mi avrebbe morso il culo se non avessi fatto quello che mi veniva detto ma avevo il sacro terrore della BORDA!
La Borda è un animale dalle fattezze a metà tra un lupo nero e feroce ed un orso, nero e feroce. Tutto in nero. Sarà perché sfina?
Ma anche le righe sfinano, quelle verticali. Quelle orizzontali no. Eppure non immaginavo questa bestia vestita con una camicina bianca a righe blu verticali con una bella cravatta, i polsini stirati con i gemelli di platino e le iniziali sopra: B. B. No, non Banda Bassotti ma Borda Borda. Non aveva un cognome e non mi pareva bello mettere solo un iniziale sul polsino:B.. BB!
Non è una sponsorizzazione. Si tratta solo di una opinione e di una testimonianza come tante su un prodotto che uso e che ho imparato ad apprezzare.
Io cercavo tre cose, un campionamento e un suono al top, un buon routing dei canali in e out, la soddisfazione della mia dannata curiosità nel testare prodotti.
Qui ho trovato pane per i miei denti.
Il suono è, come dice il mio collega Lenny Pelizzoni (che ti linko qui così conosci uno speaker bravo, non solo me che sono bravissimo!), il suono dicevo è "roccioso".
Tradotto significa solido anche quando è morbido.
Si tratta dell'effetto del campione sonoro, il lavoro del DAC che traduce in digitale l'analogico. Venendo da una MOTU 828es non credevo mi sarei meravigliato, invece...
I microfoni dinamici hanno poco gain. Un gain booster - nel mio caso un FetHead - aggiunge in modo trasparente circa 20 dB alimentando il Phantom. In questo video oltre a fare suonare i due microfoni con il booster ti faccio sentire la differenza dello Shure SM7B usando gli switch che ne cambiano l'equalizzazione, un filtro passa alto per i bassi e un enfatizzatore sulle medio alte.
Buona visione.
Con questi due microfoni l'argomento che ho approfondito è l'impedenza.
Non l'ho capita ma so che esiste!
Questo primo inutile commento che senti è realizzato con unTLM103 perché è un suono classico, riconoscibile e che ci permetterà di entrare in argomento coi microfoni dinamici avendo sentito un microfono da studio. Per farci l'orecchio. E so già che qualcuno non la sentirà poi tutta sta differenza.
In ogni caso, in questa comparazione cercherò di comprendere se davvero il Rode Pod Mic è il Killer dello Shure SM7B per qualità ed efficacia o se lo è solo per il costo che è notevolmente inferiore.
L'uso degli stessi con voci differenti e in ambienti differenti potrebbe essere diverso. Aut Min Ric.
Sempre nei limiti della mia voce e del mio studio. Che poi ci sarebbe da dire che... ma te lo dico dopo!
Un po' di dettagli tecnici raccontati ognuno col suo microfono
(se stai leggendo forse ti conviene mettere in play!):
La domanda è: investo tutto il mio malloppo su un microfono accompagnandolo ad una scheda audio normalmente decente o investo nella catena audio o addirittura in una scheda audio particolarmente PRO e risparmio sul microfono per la voce parlata?
Qui ci sono due estremi, un Tonor da 20$ o giù di li (il pacchetto della Tonor comprende microfono, supporto, antipop, spugna, cavo e asta a braccetto di ottima fattura), e il mio Neumann U87Ai del valore di... beh, lasciamo stare.
Posso farne a meno del Neumann?
Considerando che solo accendendo un Pre del valore di 150$ in emulazione che funziona su una scheda dal costo di poco meno di 1000€, un microfono da 20$ o giù di li può funzionare così? Ecco il mio esperimento. E alla fine BONUS TRACK Sony.
Ero molto curioso di sentire questa scheda audio. La scheda infatti è ottima!
Ero molto curioso di ascoltare il microfono in dotazione e di valutare non solo il phantom della scheda ma anche il corredo del pacco convenienza che include lo starter kit "professionale", il bundle offerto dalla M-Audio.
Appena avuta tra le mani l'ho accesa, ho collegato il microfono e...
Buona visione.
Cazzeggio costruttivo!
Ti parlo di come funziona "in pratica", di come si collega un microfono e di cosa cambia tra accendere il microfono con il phantom della scheda, e usare invece un pre esterno.
Siccome sono ludopatico, antipatico, tecnopatico, faccio anche altre prove che sono comunque legate all'uso della scheda audio, inviare il suono del microfono da un preamplificatore: ho tirato fuori dallo sgabuzzino il mio vecchio dbx 286 e il dbx 376 valvolare.
Buona visione!
L'elefante!
Ma quanto è interessante quel grosso mammifero?
La proboscide, le orecchie enormi, le zanne, il codino.
Non puoi avere un elefante come animale da compagnia, non può essere il tuo cagnolino. Intanto perché già da piccolo è grande come una panda. La macchia intendo. Poi è pure piuttosto
intelligente.
Sì, non avrà costruito la panda - la macchina intendo - ma ha altri interessi e la sua intelligenza opera diversamente. Il fatto che noi non la si comprenda non significa che non ci sia.
L'intelligenza, non la panda.
E poi hanno una memoria fantastica. Se avessi un elefante, saresti tu il suo pet. Non ti nutrirebbe di scatolette solo perché non è come l'umano, lui non ha gli stessi schemi mentali. Non ha
sviluppato la parola con un vocabolario complesso come il nostro:
Lui dice Braaaag! che ha un sacco di significati e le variazioni del suono fanno si che gli esseri della specie si possano intendere fra loro.
Terzo video della serie dedicata alla Focusrite Scarlett! 15 microfoni collegati alla Focusrite Scarlett 3 generazione USB per sentire come suonano col suo Phantom che in effetti non è totalmente trasparente e offre il suo stile "Neve" al suono dei microfoni. Dove va bene? Dove invece non è il massimo?
Ecco l'elenco completo dei microfoni testati con il link al minutaggio relativo:
Buona visione!
La Scarlett suona bene. Il suo phantom suona bene. Costa meno di 100€ e abbinata ad un AT2020 regala sicuramente un ottimo abbinamento, migliore del Bundle Scarlett Solo Studio. Ma non è che suoni come la vecchia M-Audio? E sulla UAD?
Insomma, eccetto AIR, cosa ho di più con una Focusrite Solo o una 2i2 in termini di qualità sonora? Certo, la metto a confronto con una scheda di almeno 15 anni fa. E poi la UAD Apollo!
E per concludere una carrellata di microfoni proprio sulla Scarlett per accontentare chi mi ha chiesto di sentire come suona il Rode NT1-A, l'Aston Origin, il TLM 103... dediche e richieste!
Buona visione!
Il kit per cominciare!
Focusrite Risponde direttamente alle domande "quale microfono, quali cuffie, quale scheda?" con un kit cui manca solo la voce e l'asta del microfono.
Presi a pezzi separati spendi tanto e non sai se funziona. Oppure spendi meno e non sai se funziona. Se non hai conoscenza del mezzo sei li in mezzo ai dubbi.
Focusrite è una garanzia, le sue schede audio e i suoi prodotti audio sono nel circolo degli eccelsi: sono sempre figli di Rupert Neve!
Mi chiedono spesso se sia un buon acquisto o no! E che ne so!
Beh, adesso lo so: l'ho provata per te.
Adesso la rivendo... ma solo perché non mi serve. Se fossi ai primi passi la terrei.
Kit completo di scheda audio, microfono e cuffia.
Buona visione.
Quel che più conta dietro il microfono sono: la voce, l'ambiente.
La voce è la tua e te la porti sempre dietro. L'ambiente invece non puoi portarlo con te. L'ambiente dove il microfono ascolterà la tua voce. Quello lo trovi li dove ti trovi. Quindi logica vuole che serva un microfono che non sia troppo sensibile agli ambienti.
Mi suggeriscono un dinamico. Perché è sordo e tende a non prendere molti dei suoni di rimbalzo che tornano dalle pareti.
Il difetto dei dinamici in genere è il rumore di fondo e quel suono leggermente intubato spesso causato dalla prossimità necessaria a farlo vibrare. Il primo difetto si risolve con un filo di noisegate, il secondo con un po' di attenzione durante l'uso. Ok, anche se il suono non mi convince accetto la sfida: dinamico o condensatore? Ma quale condensatore?
Questa volta è il turno di un microfono leggero come l'aria e rosa come l'amore.
Test e valutazione del microfono Razer Seiren X Quartz, tutto rosa!
C'è anche in altri colori ma rosa è divertente!
Il microfono è dichiaratamente realizzato da gamers per i gamers quindi si colloca nel comparto di prodotti per video giocatori. Come molti prodotti che in realtà si usano in home studio quindi mettiamolo alla prova.
USB, con scheda audio interna ed uscita cuffie in tempo reale, sistema di montaggio che prevede anche l'uso connesso ad un braccetto professionale e costa meno di 100€. Vediamo se li vale!
Doppiaggio e mix in home studio.
Buona visione!
In questo video uso un misto tra analogico e digitale. Non userò software dedicati come Loopback ma solo ciò che molti di noi già hanno a disposizione sul proprio Mac: Logic, una delle schede virtuali native di MIDI setup e una scheda audio virtuale, in questo caso BlackHole, una evoluzione della celebre Soundflower. Quindi senza acquistare ulteriore software dedicato al routing audio.
Non si tratta solo di risparmiare il denaro per un software terzo ma piuttosto di comprendere il funzionamento degli strumenti disponibili. Naturalmente, con le dovute differenze, la stessa cosa si fa con Pro Tools, con Reaper e con Cubase o qualsiasi altra DAW avanzata.
Il mio approccio di solito è verso la semplicità quindi preferisco di gran lunga utilizzare sistemi che non mi portino verso complicazioni tecniche ma, in questo caso, il trucchetto è talmente semplice ed efficace che mi pare sia una tecnica di facile apprendimento: usare un canale AUX e una scheda aggregata.
Buona visione.
Doppiaggio e mix in home studio.
L'andazzo del lavoro da remoto in crescita mette in luce le difficoltà tecniche di molti artisti che non avendo più un fonico disponibile devono imparate a gestire connessioni remote.
Basterebbero un po' di software come Loopback o VB-Audio e l'uso di qualche scheda audio virtuale. Ma mi sono trovato spesso davanti a persone che hanno una mente analogica, più portata al contatto fisico che a quello virtuale. Pensando a loro ho realizzato un video utilizzando una scheda audio molto semplice che non utilizza software d'instradamento particolare per l'audio. Ho aggiunto una seconda scheda audio, qualche cavetto e un mixer per le cuffie. Molto inizio millennio con un occhio agli anni '90 quando tutto era cavi, cursori e connessioni fisiche.
Non si tratta di romanticismo, a volte ci si trova in questa situazione perché non sempre è possibile installare software; il computer è di un amico che te lo ha prestato, è quello aziendale, è in affitto, è troppo vecchio per poter installare software recenti o troppo nuovo e non ci sono i software aggiornati.
Cavi, ingressi e uscite su connettori jack. Analogico per lo più.
Questo video racconta come fare a connettersi in remoto con il tuo cliente facendogli ascoltare ciò che stai facendo, non solo il microfono ma anche il mix o i take.
Se ai più distratti sembra una cosa semplice che in radio e in televisione si fa regolarmente, quando però devono metterlo in pratica in home studio si trovano in difficoltà: il cliente sente il microfono ma non sente la riproduzione dei take registrati.
Il cliente ti parla e la sua voce gli ritorna indietro innescando un loop di eco che rende difficile la comunicazione. Il cliente non sente una beata mazza. Tu senti la tua voce raddoppiata e ti distrai.
Invece questo tipo di connessione deve essere possibilmente facile.
Occorre dotarsi di una sorta di regia in home studio i cui elementi spesso sono già in qualche cassetto, dove dormono inutilizzati: una vecchia scheda USB, qualche cavo, il vecchio mixerino!
Buona visione!
Non c'è nulla di male ad usare un microfono USB professionalmente.
Certo, un purista ne avrebbe da ridire.
Ma un purista sentirebbe anche le frequenze che a lui non piacciono nella mia sala microfono. Un purista in genere è un estremista e ricerca la perfezione in ogni dettaglio. Esiste un livello ottimale ma la perfezione è soggettiva.
Io pure non sono tra i sostenitori di questi microfoni ma dipende sempre dall'ambito. Non esiste l'assoluto, non qui sulla terra.
La differenza tra microfoni USB e XLR sta tutta nel campionamento fornito dalla scheda audio cui è collegato il microfono. Quelli USB hanno la scheda audio interna. Gli altri usano la connessione XLR e possono essere collegati a qualunque catena audio.
Rientrano tra i microfoni USB - pur con le dovute differenze, le schede audio USB con collegato il microfono: normalmente non possono ottenere effetti di correzione di dinamica in tempo reale, come un compressore o un limiter.
La parola Smart Work è una invenzione diventata di moda negli ultimi tempi e chi lavora da casa sembra essere un nuovo protagonista del sottobosco dei lavoratori ma è una storia vecchia come il
mondo.
Sono smart worker tutti gli artigiani "casa e bottega", i gommisti che hanno l'appartamento sopra l'officina, i bottegai che hanno il negozio sotto l'appartamento.
Il problema ce l'hanno quelle migliaia di persone che sono state abituate da anni di lavoro presso una sede di qualcuno e magari lontano da casa. Impiegati o come nel caso di molti miei colleghi, attori che andavano di studio in studio a registrare.
Io ho smesso 20 anni fa di andare di studio in studio fisicamente e oggi sono un artigiano casa e bottega. Ma lavorare da casa non è un gioco da ragazzi.
Lavorare da casa è a sua volta un lavoro in più. Un impegno di straordinario autocontrollo.
Sei un soldato ma sei anche il tuo comandante. Devi guidarti verso il tuo destino, darti gli ordini ed eseguirli. Devi affrontare tutti mantenendo un costante sorriso, tranquillizzare anche quando non sai dove mettere le mani: dentro gridi come la bella in mano a King Kong sul grattacielo, fuori sei come il sergente di ferro di ... boh, qualche film bello.
Il compressore.
Croce e delizia di chi parla al microfono. Quanto metterne? Come regolarlo? Cosa sono quei valori strani?
Alzo il ratio o abbasso il threshold?
Esiste un settaggio che posso copiare?
Non esiste un settaggio che puoi copiare. Ogni microfono, ogni preamplificatore, ogni voce, ambiente, stile offre differenti dinamiche del suono della voce quindi il compressore che uso io qui adesso potrebbe non essere giusto per te.
Ho iniziato a scrivere questo articolo il 30 Novembre del 2019. Il microfono l'avevo preso mesi prima e messo da parte sperando di poterlo riparare.
Oggi, 20 Marzo 2020 lo consegno ai posteri!
Un microfono vintage della sE Electronics. L'ho trovato a pezzi da una persona che se ne voleva disfare perché non funzionava più! Pezzi di ricambio! Poche sterline.
Per forza! L'avevano sbattacchiato al punto che il supporto della capsula si era staccato.
Non aveva neppure il cavo d'alimentazione del microfono, quello a 7 pin e non sapeva neppure se il microfono funzionava. Non funzionava!
I cavi interni della capsula erano staccati, la capsula era spezzata e solo la gentilezza dell' Ing. Ruud T.G. Van Steenis mi ha consentito di farlo ripartire. Faccio pur sempre un altro mestiere io. Lui invece li ripara, li progetta e li costruisce. Mi ha aiutato e non posso fare altro che ringraziarlo.
http://vansteenisaudio.nl/micrepair_eng.htm
L'intervento mio è stato di riparazione del supporto della capsula e da parte di Ruud l'individuazione e la saldatura di un contatto del circuito del microfono che si era spezzato e quindi anche con capsula nuova e cavo nuovo ronzava come un moscone in camera da letto una notte d'estate. ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZAZ!
Ne ho un'altro di sE2200, il modello "A" di tipo FET che integra l'USB oltre all'XLR. Come USB non è il massimo ma come XLR è davvero eccellente. Non sfigura di fianco all'U87 e suona meglio di un TLM103, almeno per la mia voce.
Ed eccomi a parlare di qualcosa che non riguarda il voice over o il doppiaggio, almeno non direttamente. Però anche io uso un computer, più di uno. Ambiente Mac, non per fede sia chiaro.
Il cestino o la lattina (mac Pro Late 2013 6,1) è un computer che non ha convinto tutti.
Chi infatti deve espandere il sistema in particolare con schede video avanzate e spinte ha un discreto problema perché non c'è nulla in commercio che possa sostituire gli unici tre modelli di GPU
destinati a questa macchina (la AMD FirePro D300, la D500 e la D700). Modelli che non trovi da nessuna parte se non in mercati alternativi o dai riparatori. Un solo connettore HDMI e se vuoi
espandere i monitor devi usare le TB2. Macchina difficile da aggiornare se non a caro prezzo. Un solo disco di sistema con interfaccia proprietaria (oggetto di questo post), connessioni
esterne Thunderbolt2 o USB3 non sostituibili. Un unico slot per il processore, anche se già con 12 processori Intel Xeon e 24 thread attivi a 2,8GHz di strada se ne fa. Anche con il 10 core.
Al momento nonostante tutto è una macchina al top per come il sistema operativo sfrutta i componenti nonostante gli anni.
Filosofia spicciola.
Ecco fatto, così sono appena stato cliccato fuori dal 50% dell'audience!
Adesso siamo in due!
A te che sei rimasto posso raccontare questa storia. Meglio che la sappiano in pochi!
Stavo leggendo di come la società del 21° secolo sia talmente cambiata che i nostri genitori non riescono a comprenderla. Quelli che hanno vissuto il 1900 e sono cresciuti con gli zoccoli nel dopoguerra; che hanno visto le cambiali, le mille lire grandi come un lenzuolo, la 500 che è più piccola della smart: una 4 posti su cui stavano Mario, Alberto, la Lucianona, Giovanni lo smilzo e Giuseppe. Alla guida Rosario detto il pipa. Neppure gli svizzeri sono riusciti a metterci tutta quella gente nella Smart. Ma nemmeno nella FourFor.
Mario, Alberto, Luciana, Giovanni, Giuseppe e Rosario detto il pipa nellaFiat 500: parenti stretti!
I compressori sono probabilmente tra gli strumenti più utilizzati nelle produzioni audio. Plug-in e fisici. Nella musica consentono di creare equilibrio tra i vari suoni rendendo percepibili
strumenti che fra loro tenderebbero a coprirsi.
Si usano per le voci durante la ripresa e dopo, si usano nel mastering.
La funzione dei compressori è comprimere, per quanto sembri banale. La compressione infatti consente di correggere la dinamica per farla restare nei limiti della disponibilità di dB dei sistemi
audio. Ma i compressori sono anche un ottimo alleato nel mix di musica, effetti e voci per le produzioni più realizzate in questi anni: spot, filmati per il web e podcast.
La trappola
C'era una volta, in un tempo lontano lontano
il portale P2P. Gravido di voci, speaker professionisti alla disperata ricerca di un incarico, messi alla berlina su di un anonimo muro dove i cacciatori di voci andavano a piazzar trappole.
Pochi si erano liberati dal giogo e moltissimi invece ancora popolavano in quegli anni le aride pianure dei P2P. Alcuni pagando perfino ed altri pregando di ottenere un lavoro. Al punto da abbassare il prezzo della loro prestazione oltre il limite del frazionabile della moneta.
Un passo dopo l’altro. Si inizia così un viaggio. Un passo dopo l’altro.
Le distanze cambiano. Cambia il paesaggio.
Sei sulla strada, sei da solo. Sei sempre da solo nonostante la compagnia.
Guardi avanti perché è li che sono gli occhi, sul davanti.
Le distanze cambiano, sei più lontano da qualcosa e più vicino a qualcos'altro.
Un passo dopo l’altro. Un passo davanti l’altro. Guardi avanti ma mai di sotto.
Nonostante la gravità tendi a guardare il cielo, dove non hai le ali per volarci ma è li che guardi, perché gli occhi sono davanti e in alto.
Mentre guardavo un bellissimo documentario doppiato divinamente da una delle mie voci preferite, mi narrava dello spazio profondo, di Giove e delle sue lune, passa uno spot. Se non m'interessa skippo in 4 secondi ma poi mi riconosco e dico, ma dai! Questo l'ho fatto almeno sei mesi fa, me l'ero dimenticato.
Mi è preso un colpo! Per Giove! Ma chi ha fatto il mix? Senti che roba, la musica sovrasta tutto! Ma dai! Mi hai chiesto il file flat della voce ma non dovevo darti ascolto! Era pure mono e tu non hai messo un compressore, un gain, sei sotto il livello di volume e la musica che hai messo non c'azzecca nulla!
Mi hanno proposto una intervista!
Che lussuria immaginare uno che pone domande e avidamente allunga il microfono pendendo dalle mie labbra nell'attesa di dissetare la sua morbosa curiosità dalla fonte delle mie parole.
Chi sei tu o creatura nell'ombra della tua sala microfono? Da quanto tempo riempi l'aria con le tue vibranti parole? Quando è stato il momento in cui il mio cuore è sobbalzato al suono della tua voce, al senso compiuto di una tua parola? E qual'è stata la via che ti ha condotto al tuo olimpo?
... anche meno!
I file audio devono essere salvati. Archiviati. Usati.
La prima cosa da distinguere sono i file compressi e i file non compressi:
- i file audio compressi vengono privati di tutto quello che si ritiene inutile ai fini del loro uso, così da lasciare solo le parti indispensabili per poterne ricostruire la struttura rendendo il file piccolo, leggero.
Non è lo zip o ogni altra forma di archivio che ci interessa ora anche se alla fine un accenno lo farò.
Il caso più celebre della compressione audio è quello dell' mp3 e dei suoi valori: 64, 128, 256, 320 per citarne alcuni.
Sono valori di chilobit per secondo, Kbps, ovvero quanta banda di connessione usa quel file per poter essere ascoltato senza interruzioni.
Si è stimato che su un player portatile con cuffiette o in un ascolto on line, 128kbps fosse un ottimo compromesso di velocità dei dati e dimensione del file in rapporto alla resa. Se hai 128
Kbps di banda dati, potrai sentire in streaming una canzone. La tua connessione dati è a 2 Mega? Ok, fai i conti di quanta banda passante hai a disposizione: 1 Kilobit = 0,001 Megabit.
Se sei connesso a Spotify sarai comunque libero di usare la tua connessione mentre ascolti.
Per l'archiviazione, se hai un dispositivo portatile potrai farcene stare nella sua memoria una grande quantità rispetto a file non compressi.
Meno saranno compressi più saranno grandi ma in compenso conterranno maggiori informazioni e quindi suoneranno meglio. La qualità sarà maggiore e quindi gustabile anche su impianti sonori più raffinati di una cuffietta.
Kbps = Kilo bit per secondo - se fossero Byte, B maiuscola sarebbero calcolati in una diversa unità di misura che comprende 8 bit alla volta. By 8, by eight bits, Byte. Il Byte viene usato per le misure di stoccaggio dati e il bit per la velocità dei flussi.
- I file audio lineari o non compressi, contengono tutti i dati campionati.
Per questa ragione saranno più difficili da utilizzare on line.
Infatti il bitrate di un file PCM (non compresso) wav 44.100Hz stereo 16 bit richiederà 1411,20 kbps rispetto ai 128 kbps del suo gemello compresso.
Certo, una normale connessione moderna non sta sotto i 2 Mbps, quindi ci starebbe anche il PCM. Ma immagina quanto spazio servirebbe sui server on line per archiviare tutta quella roba per milioni di utenti e quanti passaggi fanno sui server i file che ascolti in streaming: tantissimi.
bit - la quantizzazione
La digitalizzazione dei suoni prevede l'uso di numeri finiti, detti discreti che più sono alti più sembrano precisi nel riprodurre, ma sono comunque numeri finiti, come i fotogrammi dei film: tra quei 24 momenti di quel secondo di immagini ci sono migliaia di attimi che sono sfuggiti alla ripresa. Ne ha colti solo 24.
Altro esempio: i pixel delle foto sono un numero finito di punti fissi che visti da vicino sgranano. La realtà non sgranerebbe almeno fino al nucleo dell'atomo.
Così anche la definizione della quantizzazione si basa su una serie di numeri che definiscono l'ampiezza del segnale sonoro (quanti dB contiene).
I bit rappresentano quanti livelli di volume in quel dato campione sono stati
contati. Gli altri non ci sono, si immaginano.
Quanto più alto è il numero di bit, quanto più la rappresentazione digitale, ovvero la copia della forma d'onda analogica, sarà dettagliata.
Ma non all'infinito, non ci stanno 1000 bit. Già con le DAC a 24bit ne perdiamo alcuni di bit. Il resto è solo matematica ma senza alcun dettaglio aggiuntivo nella definizione del suono.
Quindi diciamo che a 48KHz con 24 bit tu sei già molto oltre le capacità fisiche per comprendere i dettagli dei micro segmenti a orecchio e per reggere la portata dinamica, ovvero la potenza del
suoni archiviabile senza distorsioni.
Non ha a che fare con l'amplificazione di potenza del tuo impianto Hi Fi.
scheda audio, cavi microfoni
Non è che uno sia un seguace delle mode se spende un capitale in una scheda audio, cerca solo di ottenere il massimo dalle sue registrazioni.
Ogni scheda audio ha caratteristiche differenti e più o meno avanzate, la scelta varia dalle necessità di chi la usa. Cambia la precisione nel campionamento, la capacità dinamica, l'espandibilità
dei canali.
Non è che puoi prendere un microfono e collegarlo con un jack per avere magicamente grazie ad un plugin il suono tondo che cercavi, nemmeno sulla scheda più costosa al mondo. I cavi
sbilanciati - Jack mono - portano poco segnale e molto rumore. I cavi bilanciati - tipicamente Canon/XLR - portano il doppio del segnale, lo mettono in contro fase e poi, nel passaggio da un
microfono alla scheda audio i ronzii raccolti nel tragitto invece saranno in fase alla fine del cavo ma qui la scheda audio inverte la fase che cancella i rumori riportando il segnale del
microfono in fase e raddoppiando il segnale. Cambiando la fase sulla scheda non è che ritrovi i rumori perché il pulsante della fase agisce dopo la connessione del cavo e il suo scopo è sì di
invertire la fase ma per ragioni di ripresa.
Il concetto di fase e contro fase è da studiare per chi crede ingannandosi che il suono sia davvero più caldo in cuffia premendo il pulsante della fase.
Si usano microfoni a condensatore per varie ragioni di dettaglio e pulizia del suono, sono più facili da gestire dai rumori e per il dettaglio del parlato.
Chi invece sa dove mettere le mani può ottenere moltissimo anche da un microfono dinamico.
Non è che uno che spende cifre esorbitanti per i cavi sia un maniaco, sta solo cercando di migliorare ulteriormente il suo suono: è risaputo che anche un cavo può fare la differenza, ecco il perché di cavi all'apparenza estremamente costosi. C'è da dire che per registrare la voce dello speaker in home studio molte di queste cose vanno oltre il necessario ma conoscerle aiuta a raggiungere un risultato.
i livelli in uscita sul master
In ingresso si presta sempre attenzione solo ai livelli di picco mentre in uscita si aggiunge l'intensità come valore da misurare.
C'è differenza tra quel che incidi e quello che ascolterai, che deve essere elaborato, pulito e pompato. Si ma in particolare nel mix finale, non vale completamente per i file della sola voce che sono solo una parte degli ingredienti del mix.
Livelli di mix in uscita dalla scheda audio: il metro di misura sul canale master rispetto ai livelli dei file che compongono il mix è un po'
differente.
Per il mix finale è necessario rispettare i livelli dei suoni adatti ai media cui è destinato il prodotto e i livelli si misurano oltre che in dBFS anche in RMS, LUFS
/LKFS. Valori che misurano l'intensità a breve e lungo termine.
I dBFS (decibel fondo scala) sono utilizzati in digitale per definire il picco massimo dei transienti (le punte più alte delle onde sonore digitali) ma
non misurano l'intensità e la percezione media del suono.
Però la influenzano, in quanto se il limite è superato dai transienti mentre il suono medio rimane basso non si ottiene intensità (loudness) ma distorsioni, clipping, sovra
modulazioni anche attraverso processori plugin digitali.
I livelli in ingresso: il mito dei -18dB
Seconda parte: parliamo di cose utili, i livelli dei suoni.
Dividiamoli in due categorie, quelli in ingresso alla scheda audio e quelli in uscita sul master. Qui parliamo del canale in ingresso.
Tipicamente il livello dei microfoni. Di quelli in uscita capitolo a parte perché servirebbe un libro solo per quello. IN e OUT Sono due misure che e vanno trattate diversamente.
Non puoi registrare allo stesso livello in cui poi metterai in play.
Prima registri, poi normalizzi o migliori la dinamica con i compressori.
La ragione principale risiede nel modo in cui vengono campionati i suoni.
La scheda audio contiene un DAC e un ADC, che sono i convertitori da analogico a digitale e vice versa. Se il DAC riceve segnali oltre la soglia distorce il suoni, non è in grado di digitalizzarli correttamente. Magari non lo senti ad un ascolto poco attento ma poi alla rielaborazione in uscita, l'ADC eseguirà l'operazione contraria e magari applicando effetti usciranno le magagne.
Poco tempo fa un mio cliente mi ha posto una domanda: quale microfono devo comprare per registrare nel mio ufficio, con voci non professioniste, per ottenere il suono tondo che avete voi?
Che è come dire al panettiere: che farina devo comprare per fare il pane buono come il tuo? O al fabbro: dove trovo il martello per modellare il ferro come fai tu? E potrei andare avanti una vita con questi esempi. Si tratta oggettivamente della domanda più stupida del mondo che probabilmente in altre forme pure io ho fatto ad altri artigiani.
Non potevo dirglielo, così gli ho lasciato una grassa risata satanica stile Thriller su WhatsApp. Ma era scherzosa. Non l'ha presa bene, dato che non ha risposto.
Gli avevo suggerito che prima del microfono servono altre cose, come una buona acustica della sala dove registra, naturalmente serve la voce ma non credo fosse disposto a comprenderlo dato
che partiva dal principio che il suono derivasse dal microfono.
Non sono avaro di trucchi, i miei li svelo senza problemi tanto per applicarli devi lavorare e studiare e sono certo che se hai le qualità non sarà uno sgambetto o un meschino a fermarti.
Questo che ti racconto è forse un po' difficile. Una palla!
Una palla di cristallo.
Sto cercando di farmi un idea del futuro prossimo guardando il passato. Perché spesso nel futuro accade quello che è già accaduto in un ripetersi di eventi in cui cambiano i nomi, i colori, le
forme ma mai i risultati. Come fare 2+2 o 3+1 o 4X1 o 8/2. Sembrano diversi ma il risultato è sempre... CINQUE?
Un ciclone di pensieri nato dopo una lunga e interessante telefonata con il mio amico Sante, collega esperto e saggio e dopo la condivisione con la mia socia, esperta, saggia e molto paziente.
Così, con un sacco di parole che mulinavano in testa, verso sera sono andato nel ripostiglio della legna. Fare lavori manuali è un ottimo rimedio quando la mente è satura.
Sono stati scritti libri, girati film, raccontati aneddoti sulla radio libera ma quasi tutti quelli che ho visto o sentito avevano il sapore glorioso del passato raccontato in forma tirata a lucido e un po' nostalgica.
Io però la radio libera di periferia, quella polverosa e buia, povera e fumosa l'ho vissuta e me la ricordo molto bene.
Quindi di fatto questa è la mia personale storia della radio libera, come l'ho vista nascere, come l'ho vissuta, amata. Nessuna nostalgia! I tempi sono cambiati come fanno da sempre.
Le radio sono sempre un mezzo fantastico, capace di arrivare dritto al cuore delle persone. Gli editori lo sanno, sanno che con la radio e la TV si può cambiare la percezione della
realtà della platea, quindi la radio può essere un mezzo per la libertà di pensiero ma anche per indirizzare un pensiero.
Onestamente credo che di libero nella radio ci sia rimasto poco.
Però una specie di radio libera dei primi anni, sgangherata, esiste ancora nei podcast, su youtube, nei social, perché sono un mezzo anche questi per esprimere quel che ci piace raccontare. La
gente racconta ancora e senza dovere spiegare niente a nessuno! Parla di sé, parla ancora alle altre persone.
Ma adesso ti racconto un pezzo di storia che magari non hai vissuto.
Ecco come è andata!
La Signora questa mattina è entrata in casa. Girava qui intorno già da un po' e credo avesse pianificato tutto. Come un veleno portato notte tempo ha atteso che facesse effetto. Siamo saliti in macchina di corsa verso l'ambulatorio, anche se le speranze erano poche. Ma la signora era già in auto prima che noi aprissimo gli sportelli. Ti ha preso mentre eri tra le nostre braccia.
Il dottore ci ha consolato ma il dolore era talmente forte che non riuscivo neppure a dire grazie. Non vedevo la strada. Lo sapevo che sarebbe successo, lo sapevo da settimane ma non volevo saperlo. Ti ho trovato sulla strada che stavi nella mia mano, ti ho salutata sulla strada in auto nell'illusione di poter fermare la Signora. Ma tornerà, lo so che tornerà. Non è crudele, sono io che non sono abbastanza forte, sono patetico. Ma ho una scadenza, come tutti al mondo ed è per quelli che amo, per loro oggi mi piange il cuore, perché dovrebbero vivere per sempre. Tutti quelli che amo, grandi o piccoli, dovrebbero vivere per sempre perché se rendono più bello il mondo anche solo un pochino come hai fatto tu, allora devono vivere per sempre, loro devono poterlo fare. Forever.
Un commento a un video sul mio canale Youtube mi ha suggerito questo microfono, l'Alctron MC410 come oggetto da testare tra i prodotti a basso costo. L'ho trovato in Cina a 43 dollari.
La Alctron non è esattamente un produttore, piuttosto un rivenditore di oggetti che rimarchia o
assembla mettendo insieme materiali provenienti da diversi produttori cinesi, una su tutte la 797 Audio.
Quasi sempre si tratta di progetti copiati da brand europei o americani. Il microfono è sempre meglio di tanti prodotti spacciati come professionali su Amazon per 35/40 euro dall'aspetto simile
ad un vero microfono ma dal suono decisamente scadente. Troppo scadente.
Questo si posiziona ad un buon livello, consente di ottenere buoni risultati e può essere usato come microfono di partenza per chi ha un budget davvero risicato.
Ha un self noise di 20db, quindi è piuttosto rumoroso ma è possibile usarlo e ottenere un buon risultato attraverso un noise gate e un compressore.
Nel video che segue ho confrontato questo "quasi giocattolo" con l'U87Ai e poi anche con molti altri microfoni, dal Rode NT1a all'AKGp420, dall'MXL low cost 2006 al mitico sE 2200a.
Buona visione.
Oggi si parla di tromboni!
Forse dirò qualche parolaccia, quindi non lasciarmi con il bimbo piccolo. Ma questi sono argomenti da grandi. Nulla di scabroso. Forse!
Quando ho iniziato ad appassionarmi al mestiere dello speaker, gli attori che sapevano parlare e che quindi facevano gli spot e i documentari erano capaci di dare la cosiddetta "intenzione" perfino alla singola parola. Si studiavano le chiusure.
La parola può essere detta aperta, sospesa, chiusa, definitiva.
La parola.
Noi che eravamo agli inizi, che non avevamo ancora alcuna mobilità della voce e nessuna capacità recitativa, quando davamo l'intenzione era tutto come prima. Non c'era differenza. Come quando
sostituisci le lampadine con quelle a Led a basso consumo e la bolletta arriva come prima. Più di prima.
Faccio lo speaker.
Per lavorare occorre che qualcuno mi scelga. Ma è così per tutti quelli che commerciano.
Quindi realizzo i demo, file audio che raccolgono le mie qualità per venire riconosciuto; anche li che quelli come noi si fanno una fama: prodotto associato al nome e qualcuno memorizza chi sei! E dopo ti conosce, ti riconosce. Quando ti sente in TV o in radio o mentre fa il corso di aggiornamento in ufficio dice, io questo lo conosco!
Per capire: se vedi un salame sulla tavola è solo un salame. Ma se ci metti il marchio Negroni, dopo, quello è il salame Negroni. E tu non andrai semplicemente a cercar salami, ma vorrai quello, proprio quello. Quel salame di Paolo. Ok, me la sono fatta da solo!
Come al mercato, i demo per lo speaker, per l'attore della voce, sono la vetrina, il banchetto di esposizione. Ecco, il demo è il luogo su cui si radunano le signore con in mente il menù e palpano le cosce del polletto, stimano la freschezza del pomodoro, valutano la sodezza delle zucchine: mi palpano ben bene per capire se possono mettermi in padella. E per proseguire nello stereotipo, i signori vengono a soppesare la qualità dell'uva, l'aroma del mosto, la boccata del rosso in damigiana. A sentire se so di tappo. IO? Ma daai!
Questa è una storia di spot e psicologia di massa, pubblicità maschilista, razzista. Ed è anche una storia di pubblicitari.
I pubblicitari, probabilmente una razza aliena che ci manovra fin da tempi antichi e che ha inventato cose e frasi che noi oggi ripetiamo come fossero vere. Che oggi sono vere.
Non ci sono più le mezze stagioni. Forse questo slogan è una invenzione della pubblicità occulta per convincerci a vendere il vecchio diesel per passare all'elettrico! Non dimentichiamo che negli
anni 50 hanno convinto milioni di americani che la donna deve fare funzionare le lavatrici che gli uomini costruiscono, lavatrici che poi gli uomini non sanno usare. Una strana faccenda! O forse
i pubblicitari hanno ragioni per noi incomprensibili nel guidare le nostre vite, come l'innegabile utilità di internet cui fa eccezione facebook. Ma qui entrano in gioco le mutande,
quelle di Big Jim mi hanno fatto pensare a questa losca vicenda.
Le mutande si adattano ai tempi. Voglio dire, nel 1920 gli uomini usavano i mutandoni, magari in flanella. Nel 1960 arrivano sopra a mezza coscia più lunghe dei braghini da
calcio. Nel 1980 erano tagliate corte a coprire il necessario e poi arrivano i Bermuda e il tanga che più che coprire scompare nella ciccia stile cicatrice.
E non è solo questione di Erderwärmung come dicono i tedeschi, la differenza ora è nello stile. E che cos'è che definisce lo stile? La pubblicità. I pubblicitari.
Siam tutti poeti! Oh sì, anche Albert. Lui era anche filosofo e la poesia della relatività ha dato una svolta al modo che abbiamo di guardare il mondo. Eccetto per i terrapiattisti, chiaro.
Siam tutti poeti ma non tutti siamo fini declamatori di poesie. Tanto per cominciare le poesie che ci hanno insegnato a scuola sono quasi tutte state scritte da gente che ha vissuto un paio di
secoli fa. Comunque prima degli anni 60 del 900. All'epoca il tempo scorreva diverso. Non so perché.
Comunque Einstein l'aveva capito che il tempo non scorreva sempre allo stesso modo e lo aveva spiegato con una formula matematica. Il tempo quindi è relativo.
Adesso, senza pretendere un nobel, era una cosa facilissima da capire: quando c'era matematica in classe a me il tempo non passava mai mentre con educazione fisica il tempo di mettere la tuta ed
erano già passate due ore!
Ma è vero pure il contrario, dipende da persona a persona.
Tutto questo doveva pur avere una spiegazione logica. Lui l'ha spiegato!
Stiamo per entrare nell'era della Customer Experience: l'era dedicata al cliente.
Il servizio al cliente pare essere la chiave per il successo del commercio elettronico. Lo è sempre stato ma sembra che i pensatori dell' eCommerce vedano in questo aspetto del servizio
quello che tutti, eccetto i francesi, sostengono da sempre: il cliente prima di tutto.
I francesi come i liguri fanno eccezione, per loro il cliente ha torto, deve pagare e togliersi di torno.
Nota che il Servizio Clienti ha cambiato nome, come il mio amico Mario che a 25 Anni ha deciso di chiamarsi Susanna. Ora il Customer Service si chiama Customer Experience. Vogliono fare vivere l'Esperienza al cliente, non fargli un servizio, che pare brutto. Ci siamo già dentro ma non è ancora allo stato dell'arte, non per tutti.
Sono certo che non dico nulla di nuovo dicendo che il tempo vola.
Pure la tecnologia con tutte le sue magie non è riuscita a fermarlo. Ma che dico fermarlo, rallentarlo, anche solo un pochino. No, per qualche ragione vola ancora più rapido di prima.
Adesso sembro il nonno…
“aaa, sì, non è più come un tempo! Per spedire una lettera ci voleva il suo tempo! Prendevi la carta, se l’avevi comprata altrimenti dovevi uscire e andare fino alla cartoleria. Cercavi un posto tranquillo e silenzioso e poi cominciavi a scrivere, il bella grafia, o non si sarebbe capito niente, come nelle ricette del dottore.”
Il nonno ci mette tempo perché è abituato a prenderne.
Storia della voce sintetica.
(una Voices.com story)
L'essere umano puzza. Hai voglia a lavarlo, grattarne le cellule morte, deodorarlo. Dopo gli 8 anni di vita, in genere puzza. D'altra parte l'essere umano condivide col maiale buona parte
del DNA. Il maiale puzza perché si struscia nel brago ma l'essere umano non sembra fare lo stesso eppure puzza, più del porco il quale mantiene una dignità maggiore nella sua umile esistenza.
Forse perché la mancanza del pollice prensile gli impedisce di creare tecnologia e si limita a rincorrer ghiande. Forse perché nel compendio uomo animale lui è il meno crudele ed è pure la
vittima, come testimoniano i barbeq e i banchi frigo dei reparti macelleria. E allora, evviva il sintetico. W l'intelligenza artificiale che parla grazie alla voce sintetizzata da quella
umana con ragionamenti basati su algoritmi. La voce sintetizzata, grande innovazione che porterà ad un uso più "umano" delle macchine, parlando loro in forma umana invece che attraverso
tastiere e mouse. Il sintetico ti risponde, la macchina ha compreso gli ordini e con sembianze umane ti rassicura sull'esecuzione dei comandi.
Ho conosciuto Eppi due anni fa davanti ad un supermercato. Mi ha aiutato a trasportare un cartone d'acqua frizzante e me lo ha caricato in macchina.
Non che non riuscissi a portarlo, forse avrei persino portato lui in braccio, ma è un ragazzo forte, nero come la notte con un sorriso triste e gli occhi bianchi come nei fumetti a pastello. Gli ho detto, grazie, aiutami sì.
Ogni uomo ha una dignità e allora, Eppi, non avrebbe accettato solo l'elemosina, lui voleva essere utile ed essere pagato per il suo lavoro. Ci siamo scambiati qualche parola, i nomi, un abbraccio e siamo tornati alle nostre vite.
Il mercato globale ci unisce, ma solo tecnologicamente. Molti di noi comunicano in inglese, anche non troppo raffinato! Ma la verità è che per rendere il senso di una traduzione in una lingua differente dall'originale, occorre tradire il testo. L'effetto di una traduzione scolastica da una lingua forestiera all'italiano potrebbe avere effetti sulla psiche! Effetti... devastanti!
Quanto vale il mio lavoro?
Per noi che non produciamo nulla di tangibile, io produco solo parole nell'aria, non è sempre facile definirne il valore.
Sembra uno di quei discorsi noiosi da sindacalisti. Ma ha il suo perché, il sindacalista. E pure parlare del prezzo del lavoro.
Beni materiali e beni immateriali hanno un valore, ma i primi li puoi pesare, toccare, ne senti la consistenza. Così accade a molti professionisti che non si appoggiano ad una associazione di
categoria che ha già definito i prezzi, di faticare a giustificare con un costo che possa essere sentito appropriato da se stessi il proprio lavoro. Così da poterlo comunicare agli
altri.
Uno scrittore, un commercialista, un avvocato, un medico, un notaio, un geometra, sono tutte figure che ti lasciano una parcella da pagare ma non un sacchetto pieno di beni. Eppure una di
queste figure la troverai utile e quindi gli darai un valore: il dentista perché possa dirti se hai denti sani. Il notaio perché renda ufficiale quel che c'è da rendere ufficiale. Il
commercialista perché metta a posto le questioni fiscali.
Davvero vuoi farlo per lavoro?
Vuoi trasformare la tua passione in professione!
Se leggerai ancora questo articolo fallo considerando queste cose che scrivo solo come indicazioni di base, non intendo scoraggiarti anzi, per me è il mestiere più bello del mondo: se hai un
briciolo di passione e talento e puoi trasformarlo nel tuo lavoro, NE SONO FELICISSIMO!
Avrai notato che ho scritto come si diventa uno Speaker e non ho scritto Doppiatore! Ti dico subito che fare il Doppiatore è un po' molto oltre il
lavoro dello Speaker: doppiare un personaggio del cinema o anche solo un cartone animato è come passare dal triciclo alla Ducati 500. Non dico fare una piccola parte, due battute, dico fare un
protagonista o un co-protagonista. Persino doppiare un documentario non è così facile, quindi andiamo per gradi.
Se sei qui è perché sei all'inizio, magari hai fatto radio, giornalismo... un corso di doppiaggio!
Leggi e magari scopri cose che non conoscevi.
Un amico qualche tempo fa si è lamentato di essere stato truffato su Fiverr: "sono poche parole" e gli hanno chiesto un prezzo Fiverr. Qualche giorno dopo lo spot era su una radio nazionale. 12
dollari. Un affarone. La cavolata secondo me l'ha fatta il giorno stesso in cui ha deciso di usare quella piattaforma con quei prezzi.
Ma sappi che posso fregarmene completamente e dire che sono tutti fatti suoi. E anche che probabilmente gli hanno dato 7 dollari in più di quanti ne avrebbe dovuti ricevere*. Ma
alla fine ti spiegherò il perché ma, tra le parole "fatti" e "suoi" ci sta in mezzo un ragionamento senza il quale non saprei raccontare quel che mi
rode. Anche se uso un Neumann e un Aston.
Ho fatto la battuta!
*Grazie Lenny.
Shure X2u: piccola fuori grande dentro! Come si diceva negli spot delle micro vetture giapponesi!
Accade di doversi spostare e di non poter accedere ad uno studio o al proprio home studio ma di dover comunque provvedere alla consegna di file audio della propria voce.
Succede anche nei set dei film di dover registrare la voce. Succede in mille occasioni e magari non si amano molto i microfoni USB per tutti i limiti che hanno.
Questa scheda audio lavora a 48Khz, 16 bit, è provvista di una uscita cuffie e del bilanciamento del suoni tra computer e microfono, offre l'ascolto diretto dell'audio e dalle cuffie genera un segnale pulitissimo perfetto per chi è molto esigente nelle fasi di editing.
Ci sono due microfoni della Aston che stanno andando per la maggiore in questi mesi, lo Spirit, oggetto di questa recensione, e l'Origin.
Sono un po' differenti tra loro, questo è il più costoso dei due ma è anche il più completo e quello che si avvicina di più all'U87, metro di paragone.
La differenza principale tra lo Spirit e il Neumann sono i circa 2000 euro di costo. Segue un dettaglio di 2db di self noise in più rispetto al Neumann (14 VS 12), ma è una inezia paragonata al colore del suono e al resto offerto da questo microfono.
Microfoni CAD:
Poco diffusi da noi ma si tratta di una azienda la cui storia è lunga come quella della Neumann.
La differenza è che la CAD è entrata nel settore Professional Recording solo alla fine degli anni 80, ma con un certo stile rivoluzionario.
Introduco il modello E-100 per poi presentarti la sua evoluzione, l'E-100S, molto più adatto ai nostri giorni.
Questo microfono è vecchio davvero, primi anni '90. Hanno smesso di produrlo nel 2003 e quello che ho trovato io ha avuto bisogno di un piccolo aiuto. La storia la trovi nel blog.
Era sporco, ronzava...
Eccolo, lo sto usando da un po' in produzione. Ti posso dire che è estremamente silenzioso e caldissimo.
Occorre imparare ad usarlo, distanze e posizione devono essere mantenute.
L'iper cardioide ha una fascia d'ascolto stretta davanti e un piccolo punto di ritorno dietro. Significa che se dietro ha un computer con una ventolina, la sentirà.
Potrebbe non essere sbagliato metterci una protezione. Se la tua sala microfono è neutra non ti serve farlo.
Adatto a molti tipi di voice over, ma dato il suo estremo bottom, in alcuni casi risulta anche troppo scuro e il pulsante Hi-PASS torna utile e non senti mancanza di calore.
Non ha alcuna asperità, il suono risulta caldo, si impasta bene nei mix dei voice over. Qui sotto lo puoi sentire affiancato al Neumann U87Ai. La comparazione ha il solo scopo di farti
sentire la differenza con uno standard di settore ma in termini di costo il suo compagno potrebbe essere il Sennheiser MK4 o il TLM102 o il 103 che però è notevolmente più chiaro. Vedrò di farti
sentire il confronto anche con quelli appena avrò il tempo di realizzare un filmato e un test audio.
Bella foto vero?
Se hai i soldi e ti piace una struttura come quella, fattela. Ma poi scoprirai che per registrare un voice over ti servono altre cose e che di quella enorme struttura userai un canale. O due. Ma si, esageriamo, ne userai 2 mono e due stereo.
Una premessa: questo post è rivolto a chi inizia e intende fare solo voice over da casa, non certo a chi intende fare un "grande studio".
Le indicazioni, tutte discutibili, sono volte al risparmio. Non sono adatte alla radio che ha altre necessità e tolleranze differenti, anche se molti punti in comune ci sono. Certo, se punti più
in alto e vuoi investire allora punta su altri prodotti. Questo è il cosiddetto minimo sindacale.
Se hai idee migliori scrivi, sarò felice di pubblicarle con crediti a chi mi segnala cose buone e corregge errori. Non sono un tuttologo ma solo uno che fa voice over e doppiaggi per mestiere.
E adesso... vorrei sfatare il mito che "se non spendi 5000 euro di attrezzature non puoi pretendere di registrare voice over in studio"! Non è corretto.
Spesso neppure i KIT per Voice Over sono all'altezza della qualità raggiungibile con una accurata ricerca di prodotti a basso costo ma di qualità. Inoltre, sono solo un pezzetto della catena, che
non è complessa o difficile ma che va studiata. Aggiungo che spesso si trovano in vendita prodotti che non sono pensati per una situazione da home studio, ad esempio un pannello da mettere
davanti al microfono a 200€ quando sono principalmente i riflessi alle spalle del microfono a creare i problemi. Una spesa inutile.
Un microfono con una firma sopra venduto a 300€ quando lo stesso modello senza firma ne costa 90 e temo suoni allo stesso modo. E via dicendo.
Io ne ho spesi anche di più, molti di più, ma faccio questo mestiere dal secolo scorso. Chi inizia, oggi, ha molte più possibilità, quindi di seguito cerco di mettere in evidenza le cose che servono davvero per realizzare il tuo home studio.
Il cambiamento è avvenuto! Ma come un seme, sta allargando le sue radici, si sta alzando verso il cielo in cerca di luce. Quella piantina lasciata in un angolo del giardino sta per colonizzare tutto. Lo farà.
Come il pomodoro e il caffè che hanno cambiato la nostra cucina, ingredienti esotici prima della scoperta delle Americhe, ora naturalizzati in Italia.
Mi ha scritto un doppiatore, un ragazzo che qualche tempo fa mi aveva contattato in cerca di lavoro. Avevo i suoi demo in email e la sua voce era adatta ad un progetto che stavo preparando. Ma i demo li aveva registrati in uno studio e non era in grado di registrare da solo.
Mi ha scritto in risposta alla mia richiesta di demo su parte e disponibilità e mi ha confessato che ancora oggi non ha realizzato il suo home studio e che lavora bussando alle porte degli studi di doppiaggio. Di quelli che ancora hanno qualcosa per lui. Quindi un bravo attore tagliato fuori da un mercato in espansione e chiuso in un mondo che sta per essere rivoltato.
Noi siamo la voce di mille prodotti.
Spingiamo la gente ad amare cose che poi andranno a comprare.
Ci andremo anche noi perché siamo comunque sia mezzo per divulgare l'amore per le cose che il target della complessa macchina della pubblicità. Inevitabile follia.
Noi speaker, siamo stati seduti per anni fianco a fianco con i grandi comunicatori, abbiamo realizzato gli spot, i filmati, abbiamo letto i risultati alle convention di settore, quindi persino con le briciole di quel sapere avremmo dovuto migliorare la nostra comunicazione, la nostra immagine.
Invece no! Noi speaker, noi voci nell'ombra, noi che siamo qui sul web a disposizione del pubblico pagante per dare una bella voce alle idee degli altri, siamo i peggiori pubblicitari di noi stessi.
AKG P420.
Modello 2014.
Qualche tempo fa ho comprato in asta questo microfono perché era ad un prezzo abbordabilissimo.
Usato ma praticamente nuovo.
Lo aveva uno studio britannico che ha candidamente ammesso di non riuscirlo ad usare perché troppo acuto e medioso " but I wish you to enjoy"!
Ok, non è poi così terribile a dire il vero, ho sentito di peggio. Messo a fianco di un U87, di cui l'AKG P420 ricalca il progetto - non proprio fedelmente - la differenza però
si sente.
Per l'esperienza che ho maturato negli ultimi tempi ci sono due strade per correggere un microfono: la più semplice è il cambio della capsula con un modello che ne corregga i
difetti.
L'altra è un intervento elettronico, che faccia la stessa cosa. Intervento che nel 99% dei casi richiede esperienza in ambito elettronico. Non è il mio pane. Non ancora!
AKG P420: rispolvero un vecchio test per questo AKG perché il vecchio microfono potrebbe diventare interessante visto il calo di prezzo: passa dai 300 euro che costava ai
tempi in cui venne prodotto ai 120/150 adesso.
Compie 10 anni ma solo perché rispetto al precedente P400 cambiarono vestito da azzurro carta da zucchero a marrone/oro. Ma diciamo che questo ne ha compiuti 10.
Resta ancora un valido prodotto e oggi è una bella occasione per chi non ha budget ma vuole una discreta qualità.
Stesso tipo di circuiti dell'U87 (il cui progetto è ancora più anziano). Stesso tipo di capsula.
Stesso genere di switch per pattern e tagli frequenza (high pass a 200Hrz), quindi da molti considerato come un U87 ma ad un prezzo minore, tanto più che arriva da una casa madre eccellente come
l'AKG.
Diversamente dalla versione P400 ha un pad di -20 db di attenuazione ma monta la stessa capsula del P220, 820 e del 200 e 400. Che poi è una classica RK87, identica a molte rintracciabili in
Cina. Ne ho testata una da 4 micron e non ho notato particolari differenze con l'originale che onestamente non so a che spessore stia. Ma non è davvero una macro differenza, tanto che il
consiglio di alcuni di sostituire la capsula con "una migliore" a mio avviso è mal posto, ingenuamente, ne sono certo.
La serie 120 invece non ha la stessa elettronica e capsula e non è paragonabile a questo. Il design è austriaco mentre la costruzione avviene in Cina, però sotto il controllo della AKG, così dichiarano.
A differenza dell'U87AI è più chiaro, lo definirei un po' più asciutto, ha una maggiore spinta sugli acuti perché già a partire dai 2K ha qualche db in più di sensibilità.
Data l'importanza che assume l'audio in un film approfitto del fine settimana per parlarti della distorsione sonora!
Oggi stavo lavorando a un filmetto. La produzione mi ha lasciato una copia del film in Final Cut così se avessi dovuto usare qualche file assente avrei potuto trovarlo.
In effetti mi è stato molto utile ma anche qui ho avuto la conferma di come, chi monta i video, troppo spesso tenda a trattare l'audio come una cosa fisica che se manca, allora bisogna dare della
spinta, gonfiarlo, inciccionarlo.
Ma l'audio ha dei limiti, sia fisici nella vita reale che, sopra tutto, in ambito elettronico dove salviamo l'audio delle nostre produzioni.
Mi permetto di darti un piccolo consiglio: tieni i volumi bassi mentre produci, stai sotto i -3db che vedi nei livelli, anche a -6db. Se senti un suono troppo basso e ti accorgi che alzandolo superi il livello, abbassa gli altri suoni oppure aumentane l'intensità con un compressore.
In ripresa, meglio un suono basso che uno distorto. Quello basso lo potrai normalizzare, quello distorto sarà per sempre rovinato.
Purtroppo Final Cut non ha un canale master per l'audio su cui mettere in sicurezza il suono del progetto almeno con un limiter, quindi sei costretto ad usare gli effetti file per file. In ogni caso più sarà in equilibrio senza effetti e migliore sarà il processo di mastering che potrai fare alla fine. Se poi lavori in surround ancora più attenzione.
In bocca al lupo! E tieni lontana la distorsione!
MXL è una divisione della Marshall Electronics. Conoscerai senza dubbio questo nome. Sono Californiani. La loro mission è di produrre microfoni di qualità a basso costo. Beh, ci riescono!
La parola qualità però, assume valori differenti a seconda di chi ascolta il risultato.
L'autista del treno sarebbe in grado di distinguere un carrello con le molle di ritenuta allentate solo sentendolo passare a 4 binari di distanza.
Sentendo questo microfono egli direbbe che è fantastico!
Io però che di carrelli non me ne intendo, sentendo questo microfono dico, bel microfono! Ma si può fare di meglio!
No dai, sto scherzando, faccio lo snob solo perché arrivati a questo punto mi spiace smontarlo, perché suona quasi molto bene. Il vero difetto che ha è che da qualche tempo la MXL li produce
secondo un metodo industriale che non consente facili modifiche quindi per eliminare i suoi piccoli difetti resta solo il cambio completo dell'elettronica e della capsula. Di fatto resta solo il
guscio.
Oggi parlavo con un collega e ci scambiavamo opinioni sulla ciccia del suono. Alcuni clienti vogliono un suono flat e altri invece lo vogliono bello ciccio, con un trattamento che lo renda di fatto pronto da essere messo sotto la musica senza quasi neppure doverla mixare. Play e la voce magicamente si sente e non occorre abbassare volumi, aggiungere compressori eccetera. Roba da nerd, testavamo un microfono processato con un compressore piuttosto che un altro.
Ok, ma l'argomento del post non è questo, ma i clienti. Perché alla fine di quelli ci siamo messi a parlare, come pescatori alla foce del fiume raccontandoci di avvistamenti di
balene e di tecniche di pesca. La ricerca del cliente! Ecco l'argomento.
E parlando mi sono reso conto che pochi prestano attenzione se sono pescatori o pesce. Se tengono la canna o finiscono nel retino.
Scrivo un post lungo, noioso, per condividere un pensiero che ha attraversato la pancia ed è salito alla testa per poi passare alla tastiera.
Leggendolo, potresti pensarmi di parte. Se sei a destra riconoscere azioni della sinistra. Se sei di sinistra riconoscere azioni di destra ma il fatto è che tutti hanno usato questi mezzi e in genere chi tifa, tende a vedere il nemico dove non riconosce chiaramente i colori della propria squadra.
Si chiama Renaissance 47. Si presenta come clone dell'U47 della Neumann e pur non essendo un clone elettronico suona davvero molto bene.
Una nota importante in apertura: il kit così non si trova più ma è possibile assemblare i pezzi che esistono separatamente nello store del venditore. Una versione nuova FET è
stata messa sul sito ma differisce nell' elettronica. Quindi non lo troverai così!
Ma neppure il mio alla fine è come lo hanno proposto quelli di Mic&Mod, perché ho usato una RK87 al posto della RK47 in dotazione ed ho variato alcune cose. Alla fine suona... eccome se
suona!
Ora ti faccio vedere come si assembla e poi sentire come suona.
Non avendo un U47 FET da affiancargli non posso darti la risposta, ma posso affiancarlo all'U87Ai.
Per l'U47 rivisto dalla Atlantic Phonic le cose sono differenti da un vero clone perché, sebbene dall'aspetto elegante, si tratta di un PCB standard realizzato dalla Atlantic Phonic
inserito in un enorme corpo in metallo verniciato ma privo di raffinatezze tecniche per l'assemblaggio e di somiglianze con l'U47 originale. Direi solo la capsula aiutata dall'elettronica ben
realizzata. D'altra parte lo dichiarano sulla loro pagina Facebook: not a clone, not a replica e poi lo affiancano ad un Sony e ad un U47 tanto per far capire che non scherzano. Se compri la
versione in kit, resta in chiave DIY, sempre piuttosto completo e con solo piccole saldature da fare a mano. Sarebbero 9 in tutto.
Il risultato finale, dopo un certo lavoro, in rapporto al prezzo, è eccellente. Molto sopra la media dei "cloni" e sopra ai top di gamma come resa sonora.
Un microfono entrato nella storia.
Blue realizza ottimi prodotti tecnologicamente ed esteticamente all'avanguardia. Il loro costo e la loro estetica, uniti ad una buona qualità, li hanno fatti entrare nelle case di tantissime
persone. Radio o voice talent in Home Studio, oltre ad appassionati e a Video Maker.
Il microfono è anche una scheda audio USB a tutti gli effetti, con uscita cuffie, gestione del volume cuffie e pulsante mute davanti, pattern e guadagno sul retro. Viene venduto sul suo pesante
piedistallo in alluminio da cui può essere staccato per essere fissato su un supporto per niente standard, che ti vendono a parte.
LoopBack! L'audio che senti lo fai tornare indietro e lo registri. Questa volta però non con un driver aggiuntivo ma con la gestione della scheda audio.
Alcune schede audio infatti possono offrire la funzione direrttamente dal loro driver e la funzione si chiama LoopBack. Tutto qui. Aprendo il gestore...
sE Electronics X1, Versione USB!
Il migiore USB provato fino ad ora!
I pregi: suono eccellente e convertitore A/D eccellente fino a 192K 24 bit.
Monitoring diretto e funzione di scheda audio usb. Attenuatatore -10db e filtro passa alto che taglia il rombo sotto i 100hz. Costruzione robusta e curata. Piccolo da stare in una borsa porta computer.
Best Buy! Tra i microfoni a costo contenuto per i Voice Talent ti segnalo e ti faccio sentire un test con l'Se Electronics X1. Questo microfono mi ha
sorpreso e devo dire che sta una spanna sopra ad altri microfoni ben più costosi. Questo e il suo gemello USB sono al momento i miei preferiti tra gli
"economici"!
La capsula o diaframma di questo microfono è "larga" e in effetti è 32 mm, inoltre è realizzata a mano con una cura particolare esibita con molto orgoglio
dall'azienda. E si sente!
Ad alcuni piace più il suo concorrente diretto Rode NT1-A, che ho in studio e che non mi ha entusiasmato ma che è più silenzioso di questo sulla carta. Mentre la nuova versione X1S lo batte di gran lunga.
Non c'è storia, questo per quanto sia un ottimo prodotto, sopra tutto la versione 96k ora in commercio, resta un microfono da podcast o per riprese demo, in emergenza o in viaggio.
Sui device registra bene ma in ogni caso non è il microfono più silenzioso del mondo! Lo senti quando normalizzi o aggiungi compressori ma se ad inizio catena metti un noise gate è a
posto.
Un ottimo microfono da taschino e da viaggio per registrare occasionali file audio di buona qualità e definizione. Paragonato ad altri microfoni è eccellente.
Heidi!
Lei comunicava con Peter attraverso i boschi e le valli d'or. La voce riecheggiava fin qui.
Eco, eco, eco, eco...
Ecco, non so se basta per farti comprendere come sia importantissimo l'ambiente per far suonare un microfono. Perché un eco o un riverbero dal file audio non lo cancelli.
Ogni software che cancella l'ambiente rovina inesorabilmente il file. Il riverbero è il più bastardo perché è quello che ostinatamente i microfoni riprendono nelle sale di registrazione improvvisate. Di solito una sala destinata al microfono per la voce deve avere un angolo particolarmente imbottito così da smorzare i riflessi dei suoni. Al contrario di un bagno in piastrelle, di una parete imbiancata, di una vetrata luminosa. Persino le chitarre o i pianoforti risuonano con la voce.
Pannelli piramidali in gommapiuma, coperte imbottite, separé, quello che ti pare ma prima di usare un microfono mettilo in un ambiente adeguato.
Non confondere con isolamento acustico che è una cosa diversa dallo smorzare i reverberi dalle pareti.
Vedi niente di strano?
Beh, anche nel mio mestiere capita spessissimo che qualcuno s'infili dove non ha senso che stia per fare quello che proprio non sa fare. Come il capitano della nazionale al bar dello sport.
Nel doppiaggio cinematografico a volte sono esattamente i produttori a volere un estraneo incapace di fare quel lavoro: calciatori, stelle della Tv o altri "famosi" che appoggiati li sopra sono davvero fuori posto. Ma ci sta, è la speranza di vendere qualche biglietto in più grazie alle mille interviste ai due personaggi dello spettacolo che hanno fatto poche battute ma mille interviste come se lo avessero doppiato loro il film. E comunque gli appassionati non si lasceranno scoraggiare da due battute della nonna di Coco dette da una simpaticissima ma pessima doppiatrice.
E forse ce ne siamo accorti in 5.
Fiver... con due erre come orribile.
Lo so benissimo che trovare lavoro è dura! Sono sul mercato dagli ani 90, i primi anni 90. Fatture, tasse, clienti, concorrenti, alcuni per niente corretti.
Ma l'unica cosa da fare è avere rispetto. Datti da fare ma non svenderti senza ragione, perché la svendita è una mancanza di rispetto verso te stesso e verso le persone con cui hai lavorato. Quella svendita sarà il tuo prezzo, varrai i 5 dollari di Fiver con due erre come orribile.
Un microfono Rode eccellente.
Un microfono Rode che è entrato nelle grazie di molti ingegnieri del suono, in particolare come microfono per canto e strumenti, ma data la sua qualità e versatilità, lo metto a confronto con l'U87AI per i Voice Over.
Il rapporto prezzo prestazioni è molto buono per un valvolare. L'NTK, ormai datato, dichiara di essere caldo e silezioso, e lo è!!
L'ho preso usato da un ingegnere del suono che chiudeva il suo studio in UK, andava in pensione e mi è sembrato di prendere un rametto di storia di un'altro uomo e proseguirla qui nel
paese del sole!
La valvola è in ottimo stato e dopo 15 minuti di accensione da il suo meglio.
Il microfono è solo cardioide e non offre alcun genere di filtro o attenuatore.
Il Rode NTK è un progetto australiano che monta una capsula nativa Rode, una elettronica un po' fuori dal comune ovvero un transistor bipolare invece che un trasformatore e,
credimi, non ho idea di cosa voglia dire... ma riporto quanto ho saputo!! Ma questa la so: secondo le specifiche monta una valvola Sovtek 6922 selezionata.
Per intenderci monta una valvola usata anche sugli Avalon 737.
Vuol dire qualcosa? Da come suona sì! Anche se... ci sono parecchi "se".
Primo: le Sovtek non si trovano, ma si trovano le Telefunken e le Mullard, oltre alle altre NOS disponibili. Ma la RODE dopo il lancio e dopo aver finito le Sovtek, avrà scelto altre valvole simili e all'altezza. Bene, nel mio non sapevo capire cosa ci fosse perché non c'era più nulla della verniciatura se non una stellina e una J ed ho socperto che si tratta di una "Peking Electron Tube" (oggi si chiama BOE LTD) Vacuum Tube 2P2 Inventory J Military Grade. Si trovano in Cina in stock a 3 dollari al pezzo. Ma suona bene, davvero. In ogni caso con altre valvole, suona meglio. Esiste più di un kit anche per questo microfono! Uno comprende una nuova valvola (vecchia, è degli anni '60) Telefunken 6922/CCA/7308, e una nuova capsula!
La modifica lo rende ancora più caldo e pulito.
leggi qui:
http://dubmus.com/modding-a-rode-ntk/
Due informazioni aggiuntive: sostituire la valvola è una cosa facilissima, quindi una Telefunken già darebbe un bel risultato, costo dai 70 ai 150 se trovo l'oroginale degli anni 60. La capsula richiede più abilità ma non è impossibile e infatti più sotto trovi il link all'articolo dove ti faccio vedere come fare e come è venuto. Tornando alle valvole non tutti i modelli dell' NTK montano la Sovtek ma spesso altri cloni cinesi della valvola 6922 o altre versioni Siemens, Amperex o Elettro-Harmonics.
Io ho trovato invece questi:
http://www.thetubestore.com/Tubes/6922-E88CC-Tube-Types/Telefunken-E88CC-6922
e la meno costosa
http://www.thetubestore.com/Tubes/6922-E88CC-Tube-Types/6H23n-EB-6922
che però, come ti farò sentire, non arriva a suonare come le altre ed ha un self noise più alto. Sto preparando un test abbastanza completo che arriverà alla modifica anche della capsula e con un upgrade di circa 300 euro (io l'ho preso usato a poco prezzo l'NTK quindi ci poteva stare), lo farò suonare ancora più caldo, aperto e profondo.
Questo è uno degli articoli più letti del mio blog fin da quando lo scrissi nel 2016, ma io faccio lo speaker. Segno che l'interesse per l'eGPU va oltre il mio mestiere e la mia indiscutibile bravura! :) Ma sono appassionato di tecnologia e il mio studio me lo sono costruito da solo quindi aggiungi a questo la curiosità di un gatto e il gioco è fatto. Ecco perché lo aggiorno.
Cercherò di mettere informazioni esaustive ma non troppo, perché non è il mio mestiere, ma quello che imparo te lo dico volentieri. eGPU e Thunderbolt!
Avere una GPU collegabile al computer portatile quando serve è un sogno per tanti. Thunderbolt ha aperto la strada alla questione ad un prezzo abbordabile (beh...!), ma il problema per riuscire nell'impresa si presenta su tutti i vecchi Mac. Quelli con Thunderbolt 1 e 2 e i tower grigi che non hanno ta Thunderbolt. Ma forse per quelli va meglio con altri sistemi: i Mac Pro di alluminio che non hanno la connessione Thunderbolt, hanno invece 4 slot interni e un paio di GPU fisse ci stanno. Ma possono usare anche delle eGPU professionali che sfruttano tutta la banda della PCIe, più sotto te ne accenno.
Andiamo per ordine e se non ti sei ancora fatto una cultura, mó ti scpieco!
Ho come l'impressione che l'idea dilagante "migliore il microfono migliore la registrazione" tragga in inganno chi vorrebbe ottenere un bel suono nel proprio studio o home studio.
Quello che chiediamo ad un microfono per la voce parlata in genere è di essere caldo, equilibrato, silenzioso.
Ne ho già scritto prima e viste le cose che mi scrivono i miei colleghi speaker su quale microfono acquistare, torno sull'argomento con una prova sul campo.
In virtù dei molti articoli che ho scritto testando vari microfoni pensando all'uso per il mio mestiere, lo speaker, in molti mi chiedono quale sia uno dei migliori microfoni ma ad un costo
contenuto. Ok:
- deve avere un self noise dai 16db in giù.
Meno rumore elettronico produce, meglio è.
- Non deve eccedere sopra gli 8/10K di frequenza o diventa troppo stridulo.
- Deve avere una curva di risposta equilibrata sul piano delle frequenze dai 50Hz ai 10Khz perché la voce umana non necessita di frequenze troppo alte che si traducono in rumore.
Detto questo, il suono di un microfono si può correggere.
Io preferisco farlo in analogico prima di registrarlo, quindi dal preamplificatore in giù. Altri lo fanno in digitale. Degustibus! L'analogico ha molto più da offrire a mio parere.
Ok, ora quindi il succo del discorso che segue:
come far suonare bene un microfono un po' cesso!
Cosa c'è di più bello che mettersi alla prova!
Sfidare se stessi e superare i propri limiti.
Tu davanti ad una persona che cercherà di spremerti come non t'immagini, una persona capace di trasformarti e fare emergere quel lato di te che non conosci e che non sapevi di avere.
Mettersi alla prova per comprendere la propria pochezza e realizzare che sì, è possibile innalzarsi e lievitare grazie alle intemperie della vita, rappresentate da un regista abituato ad ascoltare le sfumature e incapace di pietà.
Cadere per rialzarti, perdere per assaporare di nuovo la vittoria. Perché non conta come cadi ma come sarai quando ti rialzerai in piedi, meglio di prima.
IK Multimedia è una azienda italiana con carattere e mercato internazionale.
Basta un giro sul sito web dell'azienda per comprendere la loro innovativa e interessante forza creativa.
Sono di Modena e io in quella terra ci lavoro da più di 30 anni: gente industriosa e creativa, che le cose le fa prima ancora di averle dette. Quindi con un certo orgoglio ti presento questo microfono da viaggio, o da lavoro per il voice over.
Sennheiser MK4, in distribuzione dai primi mesi del 2011.
Microfono cardioide solido e robusto prodotto dalla azienda proprietaria della Neumann.
Costa intorno ai 350 euro ma si trova in offerta anche a 250 euro.
Il noise level misurato è di 10 db ed è ottimo, minore dell'U87AI che gira intorno ai 15 db. Siamo comunque a livelli talmente bassi da non creare problemi.
Pesa quasi mezzo chilo di solido alluminio e viene fornito solo di un aggancio per asta a vite. Il ragno se lo vuoi lo compri a parte.
Se vuoi spendere il giusto ed avere un ottimo microfono per la voce, questo è decisamente nella lista della spesa.
NO COMPRESS
(Col passaggio a 64 bit QT7 non funziona più, quindi le informazioni sono adatte a chi usa una versione a 32 bit di OSX)
L'immagine qui a fianco arriva da Wikipedia e dimostra gli effetti sul corpo femminile con l'uso di corsetti. Comprimono e modificano.
L'oggetto di questo video e di questo post è la non compressione, o meglio la non RI compressione.
Comprimere un flusso di immagini video comporta una perdita di informazioni e di qualità delle immagini che, ripetendo l'operazione di compressione su un filmato già compresso, non riduce la dimensione ma in compenso ne rovina notevolmente la qualità.
Prendi un file video mp4 e prova a esportarlo nuovamente in mp4 e poi ripeti sul ricompresso e così via più e più volte!
Sostituire l’audio in un video senza dover comprimere nuovamente il video è l’obbiettivo che mi prefiggo, attraverso l’uso di Quick Time 7.
Userò anche altri strumenti per doppiare e arrivare al risultato finale, ma una volta ottenuto un audio che corrisponde esattamente al mio video di riferimento, dovrò sostituire SOLO l’audio in un filmato supportato da QT7.
Per alcuni file compressi in formati come divx o wmv o con codifiche come Soreson o altre...
Noi siamo
quelli che di solito non doppiano stelle e strisce.
Siamo quelli del centralino e della televendita, quelli del filmato ...
prima del filmato che t'interessa
...puoi saltare questo video fra 10 9 8 7 6 5 4 3...
Quelli dello spot che vorresti saltare perché stavi guardando un film e che te frega della pubblicità! Eppure lo hai sentito prima ancora di vederlo!
Noi siamo quelli che pè campà fanno pure gli spot della salumeria da gigi ù macellaio! Questa settimana fegatelli alla venesiana!
Ma noi siamo quelli che appena fanno uno spot con i lustrini subito lo mettiamo in evidenza: l'ho fatto io... sono la voce ufficiale di ... mi hanno scelto per...
Uno dei più ricercati e soprattutto ben valutati dagli utenti di molti siti. Il microfono ha un costo davvero basso e monta una capsula come clone della Neumann K67, solo che è cardioide e basta. L'elettronica invece è identica allo Studio Project C1 e leggermente e più caldo del C3 che monta la stessa elettronica eccetto che per le variabili di pattern e poco altro a quel che ho potuto capire. Il circuitio è derivato da progetti Shoeps, ma pare che manchi di un elemento la cui assenza rischia di generare distorsioni sugli acuti e questa potrebbe essere la differenza sul C1 vecchia e nuova versione. L'elettronica è marcata Behringer e 797 Audio di Beijing. La stessa azienda che realizza la maggior parte dei progetti Studio Projects.
Behringer non crea i suoi microfoni e questo forse spiega perché ce ne siano alcuni pessimi e altri sorprendenti, è "un prenderci" perchè a detta di molti, lo stesso modello di microfono potrebbe suonare diversamente uno dall'altro a causa dell'assemblaggio: credo che il fatto di commercializzare senza un controllo sulla linea di produzione porti anche a questo.
Clone del NT2S della 797 Audio, e in effetti se lo apri anche qui come nell'B-1 797 Audio campeggia sulla scheda elettronica. Questo microfono è un multi pattern 8+Omni+Cardioide, con attenuatore -10db e filtro passa-alto sui 125Hz.
797 Audio è un produttore cinese che fornisce componenti anche all'americana Studio Projects e la capsula sembra essere una delle migliori capsule stile K67. Più completo rispetto al B-1 con elettronica leggermente differente si presta agli smanettoni perché sembra sia facile trovare i componenti e sostituirli per migliorarne la resa elettronica.
Sempre in tema di microfoni a basso costo per i Voice Talent ti segnalo e ti faccio ascoltare un test con l'Audio Technica AT2020 XLR.
XLR, per i non addetti, è la connessione standard a 3 contatti usata per i microfoni a condensatore che devono essere alimentati dalla corrente Phantom 24/48 volt.
Non è un microfono a diaframma largo come i classici Neumann, la sua capsula è circa la metà di quella dell'U87AI ed è differente anche il tipo di capsula che si chiama ad "elettrete" ed è una capsula elettromagnetica, polarizzata con
carica permanente. Si tratta di una variante della capsula a condensatore.
Il vantaggio principale per chi lo usa in studio è sicuramente la minore sensibilità alla pressione sonora, ai movimenti dell'aria, quindi soffre meno dell'effetto di prossimità.
Questo microfono rientra negli entry level se non resta addirittura tra i prodotti per amatori, non si è infatti speso molto per abbassare il self noise che si attesta a 20db come
in molti altri microfoni della sua stessa fascia di prezzo.
Con la stessa cifra per esempio compri un MXL990 che utilizza una elettronica differente e di fatto è un microfono a
cannoncino con relativa capsula a bottone e che suona in modo molto simile all'AT2020, solo meno definito.
Sempre in casa AudioTecnica, forse basterebbe passare al AT2035 per avere un microfono più silenzioso e quindi già di fascia più PRO!
Rapporto prezzo prestazioni sicuramente buono.
Non lo vedo adatto alle voci leggere o alle voci femminili in genere. Senza una sala adeguata risente molto dell'ambiente. Anche sulla carta è un microfono piuttosto chiaro, non certo caldo ma
alla prova su strada sorprende. Qui era collegato a un dbx 386 Vacuum Tube dual channel dove era collegato anche il Neumann.
Il suo prezzo di solito è sotto i 100 euro.
In questo post voglio parlarti del volume. Il livello dell'audio che registri, editi e spedisci. L'argomento coinvolge il gain, il compressore e il limiter.
Ti racconto anche un po' di storia del volume così che tu possa avere una radice di quel che era e del perché ancora adesso il volume, il livello del suono ha dei numeri. Già, perché non puoi fare a orecchio! Un paio di cose le DEVI sapere. Non ti basta fissare i livelli con la colla per trovarli sempre a posto. Inizio proprio dal volume analogico presentandoti il mio vecchio REVOX!!
In the voice over world, Peer to Peer (P2P) is the direct relationship between two parties, one demanding and one supplying.
There’s one single intermediary, the wall on which the suppliers pin their message and on which the demander reads it. The artist is paid directly by the client, bearing all the responsibilities that come with it but also earning the entire amount of the project. At the same time, clients save the extra money required by intermediary agencies. Potentially, both can be happy.
P2P are also the first thought of those approaching the voice over from home studio market. How do I make people know I exist? Who do I contact? Instead of having my own website, I might opt for a page on one of those portals.
In my sector, specialized portals have been set up whose objective is precisely that of putting into contact those supplying with those demanding.
Faccia a faccia!
Nel mondo del voice over, il Peer to Peer (P2P), è un rapporto diretto tra due parti, una chiede l'altra offre.
Un solo intermediario, il muro su cui l'offerente appiccica il suo messaggio e su cui il richiedente va a leggere. L'artista incassa direttamente dal cliente assumendosi tutti gli oneri del caso ma potendo contare sull'intero importo del progetto e il cliente risparmia gli extra delle agenzie intermediarie. Potenzialmente tutti e due sono felici.
I P2P sono anche il primo pensiero di chi si approccia al voice over da home studio per affacciarsi sul mercato. A chi scrivo che esisto? A chi lo dico? Invece di farmi un sito magari mi faccio una pagina su uno di quei portali.
Nel mio settore sono nati portali specializzati il cui compito è proprio quello, mettere in contatto chi offre con chi cerca.
Ora che sai come preparare un file lo devi registrare.
Non ti spiegherò l'uso di un software in particolare, anche se ne userò alcuni per raccontartelo, ma preferirei fornirti i concetti base che andranno bene su qualunque software tu possa utilizzare in futuro.
Più o meno tutti i prodotti professionali o anche liberi come Audacity, rispondono alle stesse regole.
Il fine è avere un buon suono!
Quando pensi all'acquisto del microfono per il tuo home studio la prima cosa che ti viene da pensare è: migliore il microfono, migliore il suono!
Sembra logico ma non è né logico né del tutto vero. Forse, dovresti pensare al suono della tua catena microfonica, non tanto al microfono in se stesso.
La catena microfonica inizia dall'ambiente in cui fai suonare la tua voce, sarà quello a definire cosa il microfono sentirà. In seguito potrai pensare al resto della catena, il microfono, il preamplificatore, la scheda audio e gli effetti DAW aggiunti in seguito.
Un Neumann costa minimo 600 euro, nuovo: TLM102.
Un MXL costa 90 euro. Se vogliamo essere raffinati la differenza la troviamo tra i due microfoni ma se li facciamo suonare in una cabina doccia riverberosa, qual'è il senso della spesa? Quindi parte del denaro che intendi investire nel tuo microfono, spendilo per comprare pannelli piramidali fono assorbenti, li fanno anche colorati!
In seguito potresti pensare a un preamplificatore e un gate/compressor/limiter: creerai il terreno per un metodo di lavoro più produttivo.
Giusto per essere chiaro: per ottenere un buon suono per il tuo home studio da speaker, non devi comprare necessariamente il miglior microfono e neppure il miglior preamplificatore (migliore poi secondo chi?!?)!
Puoi pensare a un buon microfono dal costo contenuto, ad un preamplificatore di media portata e ad un gate/compressor/limiter, per fare un salto di qualità che il solo microfono collegato alla scheda audio non potrebbe farti ottenere.
Non ti parlerò di una tecnologia ma di una tecnica per evitare una reazione chimica: l'abitudine.
Te ne parlo perché lavorare "da remoto" ti porta a non avere una persona davanti che ti fa da specchio. Lavori da solo e l'assenza di sinceri feedback, che non siano quelli dei tuoi clienti, potrebbe farti fare passi falsi. O condividi il tuo lavoro con una persona che ti ami e/o che ti sopporti, oppure preparati ad essere molto vigile verso te stesso.
Noi esseri umani abbiamo la tendenza ad abituarci alle situazioni e a perdere d'efficacia col passare del tempo rilassandoci nel comfort, mentre l'abitudine prende forma.
All'inizio delle cose sperate siamo "dei draghi", poi diventiamo flaccidi e pigri. Ci abituiamo alle cose e non ne rileviamo il livello, lo stato, la condizione. Il valore.
Sennheiser oggi è la proprietaria della Neumann.
Non lo era nel 1966 quando ha realizzato questo microfono, rimasto letteralmente immutato nel tempo e ancora in vendita!
Questo è un microfono dinamico, dalle caratteristiche eccezionali e dalla incredibile robustezza.
Non è un microfono da studio anche se era il microfono per eccellenza nelle emitenti radiofoniche degli anni 70 e 80. Ci si facevano gli spot, la conduzione, le interviste.
Nel mezzo del cammin della mia vita mi ritrovai in una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura,
il dubbio mi frenava sui miei passi, nel rivelar al pubblico presente, che sopra il testo l'assente era sintassi.
La ragione suggerì di scivolare, come l'ali tra le nubi e recitare, librandomi legger sullo svarione di quel testo si mal fatto ed abbozzato.
Spiccai lo volo a volteggiar tra le parole, sperando in un miracolo improvviso, che sulla pagina ancor prima ch'io ci fossi, mutasse quell'errore di sintassi.
Inevitabile l'abbozzo di parole senza pietà mi corse incontro forte e duro, colpendo dritto il centro del mio petto, fermando lo mio volo come un muro.
------------------------
A volte si presenta una situazione difficile da affrontare con piena sincerità.
Stai per incidere uno script, non lo hai mai letto, il copy te lo porge in quell'istante. Lo metti sul leggio e già alla prima occhiata ti accorgi che ci sono un paio di errori grammaticali. Non sono facili da mascherare e non passano come licenze poetiche!
Che fare?
La risposta di ogni speaker navigato è: leggili come sono scritti e recitali in modo che suonino da dio! Mai visto testi così belli. Infatti...
Nel 1960 a sostituire l'U47, Neumann produsse il celebre U67 che era un valvolare con trasformatore e con una nuova capsula, la K67, che resta quasi uguale ancora oggi. Sonicamente dovrebbe poi essere identica alla K87, le differenze sono elettriche tra le due.
Multipattern con 3 posizioni, cardioide, figura 8 e omni direzionale. Da 30Hz a 16Khz.
Molto scuro e caldo.
Nel 2008 Neumann mette in circolazione questo nuovo modello ribattezzato TLM67 che elettronicamente non ha nulla a che fare con l'U67 ma che nasce da un progetto che punta proprio ad ammodernare lo stesso storico microfono realizzandone una versione senza trasformatore e valvola, il cui suono praticamente ricalca - con qualche piccola miglioria che strizza l'occhio alle registrazioni digitali e alle loro necessità - il suono dell'U67.
Aggiornamento 2018!
Qualche tempo fa ho preparato il setup per un Mac mini che uso come muletto e volevo reinstallare LINE IN. Sono tornato sul sito e ho scoperto che di fatto non esiste più. Ora gli autori di Line IN, AudioHijack e altri notevoli software di utilità nella gestione e nel routing audio hanno realizzato una nuova versione, questa volta a pagamento. Sono 10 dollari ben spesi a dire il vero! Ma è gratis se hai una licenza di un altro loro prodotto, come Hijack.
Questo software migliora e facilita la gestione dell'audio sul mac e include il Play-Thru che ti consente di prendere l'audio che entra in una periferica per farlo uscire attraverso un altra periferica.
Non è esattamente quello che faceva SoundFlower ma offre già un bel vantaggio. Una cosa che il Mac dovrebbe avere.
SoundFlower è ancora usabile e qualcuno lo sta gestendo.
https://github.com/mattingalls/Soundflower/releases/tag/2.0b2
Rode NT1-A, la seconda generazione di un successo del 1997, il microfono cardioide nato dallo stesso circuito dell'NT1 di qualche anno prima.
Il Rode NT1-A, Anniversary Edition, si porta dietro alcune differenze rispetto al progetto originale, una elettronica dall'aspetto molto diverso, e a dirla tutta è notevolmente cambiato. Per il voice over, il cambiamento è stato in peggio.
Suona caldo e arioso, ad un confronto con un U87 potrebbe sembrare più caldo ma la verità è che è più soffocato, enfatizzato su frequenze basse e alte perdendo la dove serve alla
voce, così risulta arretrato e troppo brillante. Ma ha un grandissimo pregio: 5 db di self noise. Praticamente non si sente il suo
rumore.
L'altro pregio è che molti lo stanno svendendo per comprarsi il nuovo NT1, che è finalmente più stabile e pensato per essere dotato di voce per la voce!
Era ora. Anche se, conoscendo Rode, suonerà un po' alla Rode, ma non l'ho ancora potuto toccare, quindi sono solo supposizioni. Sulla carta è notevole.
Oh, io di Rode ne ho 7, quindi credo di essere ferrato sull' argomento Rode.
Ma io ho un NT1-A e non voglio lasciarlo col suo difetto: gli cambio la capsula simil K67 con una RK47. Il risultato sarà un microfono più adatto alla voce
con le caratteristiche sonore di un microfono da ben oltre il valore di questo usato modificato capsula compresa. Lo testerò con il suo se stesso precedente, poi con un
S-87 clone del Neumann e con un U87Ai originale per vedere se regge il confronto.
Il microfono RODE NT2 del 1996.
A beh, adesso mi metto il cappello di paglia, prendo la "zanetta", cicca di lato alla bocca e con la barba bianca e ispida ti racconto...
No, non sono vecchio! Ho cominciato molto giovane! :)
Excusatio non petita ecc...
Comunque, all'epoca era uno dei pochi Neumann Style a basso costo con una ottima resa.
Costava circa 600.000 lire.
Beh, c'era già la CAD, l'MXL, la AKG ma il RODE qui ha riscosso un grande successo nel periodo in cui stavano crescendo come funghi le DAW accessibili a basso costo e nascevano i primi home studio.
Internet per tutti stava nascendo proprio allora, i computer PC diventavano abbastanza potenti e giusto in quegli anni arrivava anche Cool Edit della Syntrillium, oggi Adobe Audition.
I miei colleghi più ganzi avevano il Mac con Pro Tools o il predecessore di Logic di allora. Gli smanettoni usavano gli ATARI già da tempo, altri usavano macchine come il Falcon, un sistema compatto con una versione embedded di Cubase. Tutti gli altri avevano i vecchi studi analogici con i cavi, i rack pieni di moduli, multraccia a bobina.
La scheda audio che costa di più non è detto che sia quella che suona meglio per te.
Le schede audio hanno il compito di digitalizzare il suono analogico - DAC - e di far suonare il digitale in analogico - ADC.
Possono gestire i segnali MIDI e un numero considerevole di canali in e out in diverse frequenze. Tipicamente per essere considerate abbastanza professionali devono sostenere frequenze almeno a 48 KHz possibilmente a 24 bit.
Minore il costo e minore potrebbe essere la qualità di componenti chiave come i clock interni che si occupano di mantenere sincronizzato il sistema nel campionamento e nella lettura dei dati digitali, con maggiori probabilità di Jitter, ovvero di errori e conseguenti correzioni e quindi minore definizione del suono.
Altro componente chiave è il preamplificatore che accende e gestisce il microfono e che già da solo riveste una discreta importanza per la resa sonora del microfono stesso.
Va da se che una scheda molto economica potrebbe non fornire un gran suono dal suo preamplificatore e un campionamento non troppo preciso con una
percentuale di Jitter elevata. Significa che un buon microfono suona diversamente anche in base al preamplificatore cui è collegato.
Se preferisci creare una catena audio con preamplificatore e in seguito effetti come un noise gate e un compressore/limiter allora dei pre della scheda audio non t'importa troppo perché la userai solo come veicolo di campionamento e ad accendere e pilotare il microfono ci penserà il preamplificatore, però t'interesserà che almeno la scheda campioni decentemente.
La domanda spontanea è come la riconosco? Di solito le Prosumer sono già di qualità, perfino le Behringer o le Focusrite da 100€ o poco meno possono fare il loro mestiere. Oggi è difficile trovare una scheda con un Jitter alto per driver o componenti scadenti: avrà una latenza elevata e sarà improbabile che monti un buon preamplificatore se a basso costo. Se la scheda dichiara di lavorare oltre i 48KHz (96KHz per esempio), significa che è progettata per campionare frequenze più elevate e nell'uso standard 44/1 o 48K non la starai usando sempre a tutto gas. Già questo potrebbe aiutare.
Nota: non puoi creare una catena microfonica al contrario, ovvero accendere un microfono tramite il preamplificatore della scheda audio: se tra il microfono e la scheda audio ci sono compressori
e altri effetti non sarai in grado di alimentare il microfono con il Phantom. La catena è: microfono + preamplificatore + effetti + ingressi scheda audio che avrà il propio phantom spento.