
Quanto vale il mio lavoro?
Per noi che non produciamo nulla di tangibile, io produco solo parole nell'aria, non è sempre facile definirne il valore.
Sembra uno di quei discorsi noiosi da sindacalisti. Ma ha il suo perché, il sindacalista. E pure parlare del prezzo del lavoro.
Beni materiali e beni immateriali hanno un valore, ma i primi li puoi pesare, toccare, ne senti la consistenza. Così accade a molti professionisti che non si appoggiano ad una associazione di
categoria che ha già definito i prezzi, di faticare a giustificare con un costo che possa essere sentito appropriato da se stessi il proprio lavoro. Così da poterlo comunicare agli
altri.
Uno scrittore, un commercialista, un avvocato, un medico, un notaio, un geometra, sono tutte figure che ti lasciano una parcella da pagare ma non un sacchetto pieno di beni. Eppure una di
queste figure la troverai utile e quindi gli darai un valore: il dentista perché possa dirti se hai denti sani. Il notaio perché renda ufficiale quel che c'è da rendere ufficiale. Il
commercialista perché metta a posto le questioni fiscali.
Però se cito uno scrittore cosa accade? “200 lire per scrivere una pagina?”
Non lo si direbbe a un notaio o un dentista. Sì, certo, qualche imprecazione per la cifra ma considerando che è una professione molto specializzata, si paga e ci si rassegna.
Invece, nel pensiero comune, scrivere o anche il parlare ad arte non è sempre considerato un mestiere qualificante perché tutti più o meno sappiamo scrivere e
tutti più o meno sappiamo parlare. Più o meno.
Infatti consideriamo scrittori di mestiere quelli famosi, quelli che son pagati per parlare sono i doppiatori celebri, i dj delle radio o i conduttori televisivi, quelli che sono comunque famosi. Ma c'è una foltissima schiera di sconosciuti alle masse che arricchiscono di bellezza libri, audiolibri, spot pubblicitari, dischi, documentari e molto altro. E Fra queste schiere ci sono fior di doppiatori, caratteristi e fini dicitori che non sapresti chiamare per nome ma la cui voce hai sentito mille e mille volte.
Sono persone che pochi conoscono per nome ma fanno gran parte del lavoro che c'è da fare. Avrai notato quanta gente usa le cuffiette. Ascolta cose fatte da altre persone e non sempre sa come si chiamano. Zucchero? Ok, ma lui è "solo" il cantante. C'è un sacco di gente che suona, mixa, scrive. Chi sono? Ha importanza? No, ma esistono e svolgono la loro professione.
L'idea che "parlare" non sia poi una così gran fatica e quindi valga poco, serpeggia in particolare tra le pieghe della mente dei novelli speaker professionisti. Proprio loro che fanno corsi, spendono anni a studiare privatamente con attori, logopedisti, doppiatori e poi quando devono farsi pagare per il loro lavoro, beh, dato che devono solo parlare si imbarazzano a chiedere soldi. Chiaro che mi riferisco a quelli che lo fanno per mestiere, non chi si passa il tempo e raccoglie qualche mancia.

Ok, allora parliamo di prezzi e listini. Se entri in un negozio, la cosa maggiormente in evidenza sono i prezzi dei prodotti. L' esposizione dei prezzi consente al cliente di prendere decisioni per il proprio interesse: gli piace, compra, non gli piace, esce.
Avere un listino pubblico quindi significa mettere in chiaro, da subito e senza mezzi termini che il lavoro offerto ha un prezzo.
Sembra banale ma non lo è e può anche essere una lama a doppio taglio. Sì, perché se i prezzi sono troppo alti rischi di non essere neppure considerato. Se sono troppo bassi sei
sottovalutato e magari fai arrabbiare i tuoi concorrenti. Se dovesse arrivare qualcuno interessato a te con l'idea di spendere una grossa cifra e scopre dal tuo listino che costi un
quarto del suo budget, ti sei perso una ghiotta occasione.
Il fatto è che tutti noi speaker stiamo su un livello di mercato che non è quello stellato dei volti celebri del cinema, se usassimo le loro tariffe nessuno ci si filerebbe.
Non è nemmeno quello dei dopolavoristi.
Si trova in una zona dal margine piuttosto ampio, che è la cifra che ci consente di accendere il microfono e sotto la quale nessuno di noi si attiva. Dagli anni '80 era chiamata la
"convocazione" ed era la cifra che rendeva ragionevole uscire di casa, andare nello studio, fare il lavoro e fatturare.
Sono variati diversi fattori grazie alla tecnologia ma il meccanismo resta identico.

C'è chi teme di non riuscire ad avere mercato se chiede al proprio cliente 200 lire per leggere uno spot.
"Ma come? Per 60 parole?"
E non è il cliente a dire questo, è il professionista che anticipa a se stesso una risposta temendo di essersi sopravvalutato. Si inganna da solo.
Lo fa perché altri lo hanno fatto pubblicando la propria svalutazione fingendola un approccio pubblicitario per poi eventualmente ridiscuterne i termini.
Ecco, questo è un esempio della lama a doppio taglio rappresentata dal listino: perché tu chiedi 200 lire mentre lui chiede 4 lire? A questo si aggiunge l'inconsapevolezza del cliente finale
che si trova davanti alla dichiarazione "professionista" quando invece è davanti ad un dilettante. Fatta eccezione per quelli che hanno realmente bisogno di realizzare qualche soldo, umano e
comprensibile, gli altri dovrebbero avere coscienza della loro professione.
C'è anche l'ipotesi che sia la paura di non essere scelti oppure la voglia di essere protagonisti anche a costo di non essere pagati a spingere alcuni alla svendita. Essere la voce di un prodotto per poter farne un vanto. Che poi potrebbe essere una forma di pubblicità a se stessi anche se di solito la cosa porta su progetti piuttosto scadenti. La scelta di un professionista rispetto ad un altro valutando il costo è un investimento, nulla di più. Ogni professionista offre il proprio valore aggiunto che muove l'ago della bilancia del prezzo e quindi dell'investimento necessario.
La differenza tra un professionista e un dilettante.

Impresa, imprenditoria, imprenditore.
La mia socia è una donna saggia e ha introdotto in questo mio pensiero la sintesi che ne racchiude tutta l'essenza: essere imprenditore.
Significa affrontare la propria dote immateriale guardando avanti, investire a lungo e medio termine e mai pensando solo a "ora e adesso".
Si tratta di un mestiere. Il nostro è un mestiere. Quindi è assolutamente ipocrita per chi si approccia a questo mestiere svalutare il proprio operato ma accade molto spesso e per ragioni tutte opinabili dalle conseguenze devastanti per il futuro del professionista:
?- Non sono famoso.
!- Neppure io. Al massimo posso essere famigerato, ma di certo non sono una celebrità.
?- Ho dubbi tecnici e non possiedo un microfono costoso.
!- Non è il microfono o la tecnologia a fare di te quello che sei.
In ogni caso il livello minimo per suonare tecnologicamente professionali è davvero abbordabile. Se vuoi farlo
di mestiere puoi iniziare dalle basi e crescere.
?- Ho ancora un sacco di difetti.
!- Correggili, studia! Se una persona ti sceglie è perché la tua voce gli piace. I tuoi difetti sono oro fino a che li riesci a sentire, perché vuol dire che puoi correggerli. Il
percorso di studio proseguirà per tutta la tua vita professionale, mettiti il cuore in pace.
Chi si sente perfetto sta fallendo. Chi aspetta di essere perfetto per lanciarsi nel mondo, morirà aspettando. Basterebbe fare quel che si può fare facendolo al meglio con ciò che si ha.
?- Tengo i prezzi bassi così trovo clienti. Ma mi impegno poco quando mi pagano poco. Se vogliono il mio meglio mi devono pagare molto.
!- Che enorme sbaglio! Questo è il modo peggiore di costruirsi una professione.


Un professionista tende al meglio in ogni cosa che fa. Che lo faccia gratis o profumatamente pagato. Non è il denaro a cambiare le regole della produzione di un professionista.
Amico mio, se tu accetti di lavorare per 5 lire in un settore dove professionalmente quella prestazione viene pagata 200 lire il risultato non cambia, sarai sempre tu l'autore del
prodotto. Nel caso del narratore, sarà la tua voce quella in onda. La voce non la puoi nascondere, è la tua, sei tu. Nessuno metterà i sottotitoli nel filmato spiegando che ti ha pagato
poco!
Ma davvero non ci avevi pensato?

L'abitudine a lavorare bene, con la massima cura deve essere una costante per un professionista. Senti come suona bene già da sola la frase! Tosta, cazzuta, affidabile.
Il contrario invece diventa una abitudine che lentamente ma inesorabilmente corrode la mente e la porta a lavorare male, senza neppure accorgersene. Quindi se tendi a farne una professione non lavorare mai sulla base del prezzo cui avrai chiuso il contratto. Vedrai che questo ti porterà naturalmente a tenere prezzi di mercato.
Si tratta di una visione imprenditoriale a lungo termine!
Senti come suona professionale questa frase, beh, perché lo è. Ogni cosa che fai serve a costruire la tua carriera, per ritrovarti domani un forziere pieno di belle produzioni, belle da
ricordare, da rivedere.
Sono i mattoni della tua credibilità e li ritroverai nel cuore delle persone che te le hanno affidate.
Il mio boss in radio mi diceva "Paolo, noi vendiamo aria".
Si Gianni, avevi ragione, noi l'aria però la facciamo vibrare.
Aggiorno questo articolo con un podcast in cui in altro modo affronto lo stesso e inesauribile argomento.
Per questo podcast ringrazio i miei colleghi Mario, Ivano, Veronica, Marileda e Sunny per avermi, anche inconsapevolmente aiutato.
listini dal mondo
Sono un esempio ed è facile farsi un idea.

ADAP è il più utilizzato dai professionisti, che facciano parte o meno dell'associazione milanese. Molti calcolano i loro compensi basandosi su vecchi listini rimasti nel cassetto negli
anni, listini che però danno l'idea di come si sono calcolati fin dagli anni '70 i costi di produzione e i diritti. Sono la base di calcolo perché sono stati i primi e perché sono stati
coerenti in tutti questi anni. Il listino non è pubblico ma va richiesto. non lo pubblico integralmente ma te lo riporto per sommi capi, per darti l'idea.
L'ADAP ha radici a Milano e nasce sull'onda delle produzioni radio e TV che a Milano hanno sempre avuto il vero focolare. I costi infatti vanno aggiunti alla produzione vera e propria dell'audiovisivo che è a cura dello studio dove va convocata la voce. Il listino viene applicato dagli associati e preso come esempio dal resto degli speaker, anche se parecchio rivisto e corretto.
Oggi la voce non è detto che tu la debba convocare in un luogo fisico, ciò non toglie che lo speaker potrebbe avere una sua struttura tecnica che comunque ha un costo e pure se egli non si deve
spostare in uno Studio esterno prenderà il suo tempo e il proprio materiale tecnico e lo dedicherà a te.
Il meccanismo è in parte cambiato e forse calano i costi finali perché spesso si salta il passaggio nello Studio vero e proprio quando non occorre la competenza dello Studio (o si crede
non occorra e questo sarebbe oggetto di ampie discussioni) ma il concetto non cambia: si tratta di una convocazione di un professionista. Punto.
Comunque, per gli spot il listino ADAP parte da una base di 250€per. la prima ora (anche se risolvi in 15 minuti), 50€ per ogni ora successiva.
A questo si aggiungono i diritti di diffusione degli spot che, più sono programmati, più incidono sui costi di diritto. Più vale la rete di distribuzione, più vale il diritto. C'è una
ragione, lo spot è un investimento a valore. Più alto il valore dell'investimento più alto il diritto di partecipazione della voce (ma anche musica, suoni e immagini), ovvero della persona che
possiede quella voce di diritto, e che partecipa quando non è il deus ex machina dell'efficacia dello spot.
Un prodotto per il sito web aziendale può richiedere 400€ per un anno di permanenza, rinnovabile. Se il prodotto viene usato in campagne pubblicitarie allora per ogni campagna i diritti vanno da 150€ per un mese a 1100€ per 12 mesi di pianificazione. Detti anche PreRoll.

Anche Bodalgo offre un tool per calcolare le produzioni e i relativi diritti.
A questo indirizzo: https://www.bodalgo.com/it/bodalgomat

Link:
https://www.globalvoiceacademy.com/gvaa-rate-guide-2/
https://www.debbiegrattan.com/blog/voice-over-narration-cost-definition/
http://marcscottvoiceover.com/voice-over-rates/
https://www.globalvoiceacademy.com/gvaa-rate-guide-2/
http://www.nethervoice.com/rates/
https://www.edgestudio.com/voice-over-rate-card
https://www.voices.com/resources/rates
https://www.voicebooking.com/en/voiceover-rates
https://www.thevoicerealm.com/voice-over-rates.php

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