Benvenuto sul mio diario
Che poi non è un diario ma una pietra elettronica su cui scolpisco quel che mi capita di pensare. Una pietra che appena smetterò di pagare il provider verrà macinata e diventerà
polvere.
Sono uno speaker doppiatore pubblicitario. Qui racconto del mio mestiere, un mestiere in cui sono immerso da tanti anni e che adoro.
Ma parlo forse più di tecnologia riguardante il mio mestiere, in particolare di microfoni. Non sono un intenditore, solo un appassionato che usandoli per registrare la mia voce sui progetti dei clienti, vado poi a curiosare il perché e il percome riprendono la voce.
Se cerchi un particolare argomento, digita nella casella "cerca nel sito" e ti compariranno i risultati in base alla parola chiave, oppure guarda su Mappa del sito. Gli argomenti in genere sono: microfono, compressore, livelli, db, scheda audio e un po' meno del mio
mestiere perché questo è la sala giochi.
Sì, ci gioco con la voce, certamente, ed ho parlato anche di cose serie le mattine in cui il caffè era particolarmente buono: del mio mestiere ne parlo nei podcast.
Microfoni: qualche decina di modelli li ho testati e alcuni li ho costruiti, altri li ho modificati. Ogni commento o scambio di idee è molto più che
gradito.
Grazie a te per essere passato di qua.
Il mio piccolo blog su Telegram:
https://t.me/ziopaolovoiceover
Qui vado a ruota libera sul mestiere dello speaker in Italia. Si parla di tutto quello di cui di solito non si parla in pubblico sulla voce e su molti aspetti del voiceover.
Podcast
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Lo spot per chi fa gli spot
Mi telefona una agenzia per propormi un redazionale dove io avrei potuto parlare di me stesso per 10 minuti al loro pubblico. Si, una marchetta. Poi mi hanno detto che avrebbero utilizzato uno speaker professionista per condensare la mia storia… Quindi uno spot?
E in effetti quello era, avrei comprato un pacchetto di spot pubblicitari realizzati da uno speaker professionista che avrebbe testimoniato per radio e in TV la mia professione, il mio prodotto.
E valle a spiegare alla simpatica venditrice che io sono uno speaker e che mai mi sarei fatto fare la voce da un altro. Non posso.
Dai… magari un giorno, ma ci devo pensare.
Per ora ho deciso di farmelo io lo spot. Con la mia voce, quella che mi abita dentro.
Però è una sfida creativa. Mica facile. Intanto il mio mestiere non è esattamente identificabile per la gente comune: Narratore - colui che narra storie - Ma la stessa persona magari è anche… Doppiatore - il narratore specializzato nel ricreare il narrato e recitato di un film o di una animazione. Speaker - il narratore specializzato nella voce sugli spot e nei promo ma anche la voce delle segreterie, delle fermate dell’autobus, delle stazioni del treno.
Quando non sono artificiali.
Questo disperde la percezione, perché la realtà è che con la voce non ci fai solo un prodotto, ci canti, caratterizzi personaggi, fai l’overvoice e poi, e poi ce l’hanno tutti. La voce, bene o
male.
Quindi uno dei primi concetti da far passare è l’unicità.
Ce l’avranno anche tutti ma solo io ce l’ho come la mia! Solo paolo balestri possiede the voice. Ha l’esclusiva! Ora non si tratta di darsi delle arie ma di creare un confine tra quello che io possiedo e quello che gli altri possono avere solo attraverso me! Capito?
Non importa che sia vero o falso. Beh, sì … in questo caso è vero!
Ora targhettizziamo: non è che posso rivolgermi a tutti indistintamente.
Potrei anche farlo così da generare una richiesta incondizionata dal pubblico ai produttori di media, una richiesta perentoria: io voglio the voice quella che ha in esclusiva Paolo!
Eh… ma per penetrare la corazza delle persone comuni, del popolo, dell’umanità, dovrei assurgere ad una notorietà così elevata da competere con gli dei della pellicola. E invece sono solo un uomo. Dovrei andare al cinema. Ma fa un caldo porco, i pop corn sono avvizziti e Prime ha già tutto e la mia TV è proprio sotto al climatizzatore! Quindi mi ridimensiono!
Questo video racconta di due lati del mestiere dello speaker.
Quando viene fatto da soli in Home Studio o anche nel tuo Mega Studio, ma quando sei da solo.
Questo vuole anche essere uno scambio di opinioni con chi in realtà lo fa già da anni.
Il VoiceOver o lo Speaker, è un lavoro con il suo fascino e con le sue difficoltà e trabocchetti.
Un lavoro che richiede una auto analisi psicologica piuttosto profonda e un equilibrio notevole per essere fatto bene.
Qui ti parlo della solitudine e di alcuni suoi effetti e della sindrome dell'impostore.
Buona visione.
Su Telegram: @ziopaolovoiceover
Lo so, il futuro è un ipotesi. Ma conoscendo il passato... see... non si indovina mai. Proviamo a immaginarcelo il futuro di noi speaker voice over talent narratori doppiatori pubblicitari e
annunciatori.
Tento un volo nell'ipotetico futuro con un occhio a quello che vediamo accadere e uno sul passato per indovinare anche solo di striscio come potrebbe essere il VoiceOver del futuro.
Buon ascolto.
Ricerca con ChatGPT 4o
Argomento i buchi nelle licenze dei server AI e le risorse disponibili per difendere i propri diritti come artisti: compositori e musicisti, grafici, voci.
Scrivo a ChatGPT:
Oggi devo comprendere i meccanismi di rispetto dei diritti e delle licenze nel mio mestiere combinando il mio lavoro con i sistemi AI generativi, sia quelli che si incaricano di generare le voci attraverso dataset umani, sia dei server che traducono e rielaborano video cambiando il linguaggio ricostruendo il labiale nella nuova lingua ma mantenendo intatto il contenuto del video (immagini grafiiche) che la musica e gli effetti. Puoi aiutarmi?
Che Reaper sia il sistema DAW più avanzata disponibile e accessibile per il nostro mestiere oramai è palese. Solo che ha una grafica un po' datata se vogliamo
oppure anche solamente non proprio entusiasmante.
Ho anche Pro Tools e Logic installati e attivi ma... parliamone.
Sono speaker e doppiatore per la pubblicità e non sono un fonico da palco, al massimo faccio magheggi in Studio e il mio non è certo uno Studio con tutto quel Gardaland del suono
che puoi vedere sul chiosco del fonico di un concerto. Lì regna Pro Tools con la console da palco AVID, una Digico Quantum o anche una Yamaha ma alla fine nelle produzioni convenzionali la produzione avrà registrato in Studio
per un anno preparando il disco e i progetti sono su PT, ti porti dietro sessioni di audio da usare dal vivo (magari una sezione di archi che non starebbe sul palco) e la fai suonare su un Mac da
PT assieme al clock per i musicisti sul palco e automatizzando parecchie cose, dall'apertura dei microfoni automatica al cambio dei setup dei plug-in, in base alla scena. Potresti farlo con
Logic, e in molti lo usano, potresti farlo con Live, Cubase o anche con Reaper.
Ma se hai tutte le sessioni in studio su Pro Tools, che fai?
Se parliamo di Voiceover la storia è molto diversa. Molte persone partono dal punto che sembra il più alto qualitativamente per ottenere il meglio per fare un lavoro che alla
fine esporta file mono, al massimo dei mix di poche tracce tutte in the box con 20 plugin perché ti piace esagerare. Pro Tools Intro basta e avanza. Non avrai i plugin esterni ma anche solo con
quelli Stock ci fai già tutto.
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