
Questa è una iperbole che non si discosta dalla materia che potrebbe generarla.
Lo scopo è di interrogarmi sul mondo che mi circonda.
Netflix ha iniziato come un distributore di contenuti a noleggio. Oggi è un produttore che fa concorrenza diretta a Hollywood.
Ora immagina questo: e se domani Fiverr o Upwork, oggi considerati dei "pantani", diventassero i più grandi concorrenti delle agenzie di doppiaggio e voiceover di lusso?
Sembra uno scenario folle, lo so. Ma è la provocazione da cui voglio partire. Perché "adesso" non è per sempre e le trasformazioni guidate dalla tecnologia e dal capitale sono spietatamente veloci.
Fantapolitica: come si costruisce un Hilton su una palude?

La risposta è piuttosto semplice: coi soldi. E la palude non è povera, dietro a queste piattaforme ci sono fondi di investimento.
C'è la finanza. E la finanza, quando crede in un progetto, ha la pazienza e le risorse per sostenerlo in perdita per tutto il tempo necessario a renderlo dominante. Può comprare,
integrare e plasmare il mercato fino a creare le condizioni ideali perché il suo "pantano" diventi non solo profittevole, ma addirittura la scelta preferibile.
E quella sarebbe una mossa che potrebbe ridisegnare la mappa del nostro settore.
Il Vicolo Cieco della Sintesi: Il Caso Voices.com

Per capire chi potrebbe vincere questa partita, è utile osservare chi sta già facendo mosse sbagliate. Prendiamo Voices.com. Da anni si è intestardita sulle voci artificiali, usando sistemi poco trasparenti e tentando di convincere i clienti della bontà di un prodotto qualitativamente discutibile per un orecchio professionale. Il progetto ha due difetti capitali.
Primo: la qualità.
Per rendere credibile un clone vocale, serve l'intervento di un tecnico specializzato. Questo processo, moltiplicato per le decine di lingue e dialetti del mondo, diventa un collo di bottiglia
enorme in termini di costi e competenze. Non è un caso che Voices.com, dopo anni, non riesca ancora a inviare una mail commerciale in un italiano impeccabile.
Secondo: il modello di business.
Invece di una tecnologia scalabile e automatica come quella di ElevenLabs, offrono un servizio "gestito", aumentando costi e tempi.
Il suo precedente CEO, qualche tempo fa ha pensato: ci son migliaia di persone che cercano audio a basso costo ed ha abbassato la soglia d'ingresso dei progetti da 100$ a 5$. Petrolini disse "bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco ma sono in tanti".
Sfruttare la fame nella parte più bassa della piramide. Una strategia miope, che lascia campo libero a chi, invece, ha capito che il vero tesoro non sono le briciole, ma le gocce a miliardi che
compongono il mare.
Il vero petrolio di Fiverr: l'Arsenale Umano

Le voci sintetiche, al momento, sono un costo. Gli esseri umani, invece, sono una risorsa che può generare valore infinito. Basta saperli orchestrare. Sono tanti, competenti, spesso affamati di opportunità, sostituibili e pieni di talento inespresso.
Fiverr questo lo sa.
La sua piattaforma non è solo un mercato, è una piazza globale di talenti.
E se iniziasse a riorganizzare quella piazza? Se, invece di lasciare che le dinamiche siano guidate solo dal prezzo più basso, iniziasse a curare e valorizzare l'eccellenza?
Immaginiamo, fantasticare non costa nulla:
selezionare i migliori talenti già presenti sulla piattaforma (gli stessi che trovi su portali più specializzati).
Creare squadre d'élite (sound designer, voci, traduttori, grafici, musicisti) insignite di un badge prestigioso: il "Fiverr Hilton Service". Ma potrebbero usare un nome e un brand totalmente diverso.
Mettere alla prova queste squadre su progetti pilota, rodando il sistema di gestione, qualità e ricambio.
Proporsi infine ai grandi player (piattaforme di streaming, produttori di videogiochi, brand globali) offrendo un servizio completo, di alta qualità e acquistabile con la stessa facilità di un "gig".
Che accadrebbe se una serie online venisse interamente doppiata e finalizzata tramite il "Fiverr Hilton Service"? Fantascienza?
Non proprio, se guardiamo chi c'è dietro e cosa sta già facendo.
La Prova: Chi Tira le Fila e la Strategia della Scacchiera

I sogni non si realizzano senza soldi e come abbiamo detto Fiverr ne ha.
Tra i suoi maggiori azionisti figurano colossi della finanza come Wellington Management, BlackRock, Morgan Stanley e Capital
Research.
Investitori che si aspettano una crescita esponenziale e una posizione di dominio sul mercato.
Il piano di Fiverr sembra scritto a chiare lettere nella storia delle acquisizioni strategiche, mosse precise per costruire un ecosistema completo per il lavoro del futuro. Ecco alcuni dati:
2017 - VeedMe: Acquisiscono un marketplace per la creazione di video, rafforzando subito un settore chiave.
2018 - AND.CO (ora Fiverr Workspace): Integrano strumenti gestionali (fatture, contratti) per supportare i freelance a 360 gradi, non solo nella ricerca di clienti.
2019 - ClearVoice: Alza l'asticella della qualità acquisendo una piattaforma di content marketing di alto livello per clienti enterprise.
2021 - Un anno cruciale, Working Not Working: Si annettono un marketplace esclusivo per talenti creativi di altissimo profilo.
CreativeLive: Aggiungono la formazione, per permettere ai talenti di crescere (e alle aziende di formare i propri team) all'interno del loro ecosistema.
Stoke Talent: Con un investimento di 95 milioni di dollari, acquisiscono una piattaforma per le grandi aziende che devono gestire centinaia di collaboratori freelance. Ribattezzato poi in Fiverr Enterprise.
2024 - AutoDS: Entrano nel fiorente mercato dell'e-commerce con soluzioni di automazione per il dropshipping, ampliando ulteriormente il loro raggio d'azione.
A me non sembra la storia di un mercatino per i lavoretti da freelance, questa è la costruzione metodica di un impero.
Cosa significa tutto questo? Significa che il 'tritacarne di lusso' che abbiamo teorizzato non solo è possibile, ma potrebbe essere in fase di assemblaggio avanzato.
Fiverr non sta più costruendo una piazza, sta costruendo una fabbrica completa, dalla formazione del talento (CreativeLive) alla gestione dei grandi clienti (Fiverr Enterprise). Sta costruendo
l'Hilton, mattone dopo mattone.
Non ho mai nascosto il mio non amore per questi sistemi e che rendono "oggetto" ogni cosa che contengono, detta anche commodification o mercificazione. Nessuno mi vieta di analizzare, comprendere, imparare ad usare a mio vantaggio questo mezzo senza farmi stritolare.
La provocazione, a questo punto sembra meno un'ipotesi e più una roadmap. La domanda non è se un "pantano" proverà a costruire un "Hilton", ma quando ci mostrerà il progetto finito.

Al mondo non esistono sensi unici
E qui potremmo chiudere il sipario, annunciando la vittoria a tavolino del capitale. Ma c'è sempre un "ma", la scacchiera è più complessa, e altri giocatori
potenti muovono le loro pedine. A volte sono gli stessi giocatori che operano su due fronti e muovono sia i bianchi che i neri.
Le grandi aziende che finanziano Fiverr International LTD con sede a Tel Aviv hanno interessi in molti altri luoghi e potrebbero non trovare interessante un tale spostamento di equilibri.
Black Rock ad esempio è dentro a molti
colossi dell'intrattenimento, da Hollywood ad Amazon, Disney, Netflix. Insomma, i grandi player finanziari potrebbero preferire
mantenere un ecosistema frammentato ma controllato, piuttosto che rischiare una concentrazione eccessiva che destabilizzi altri loro investimenti.
Inoltre, il percorso ipotizzato prevede che tutti i professionisti accettino di buon grado di far parte del tritacarne "Fiverr Hilton Service", ma già oggi molti
non lo frequentano nemmeno in veste Fiverr Pro. Si potrebbe verificare un arrocco da parte degli unici oggi in grado di portare a termine progetti complessi come il doppiaggio di film e serie TV,
come è già accaduto in passato, dimostrando coesione nel settore nei momenti difficili.
Il Paradosso del Controllo Finanziario nelle Trasformazioni Settoriali
In un mercato dove gli stessi fondi controllano simultaneamente i "pantani" e gli "Hilton", chi decide davvero quale trasformazione avverrà - e nell'interesse di chi?
Questa domanda va oltre qualsiasi settore specifico e penetra nel cuore del capitalismo finanziario contemporaneo.
La domanda ancora più scomoda diventa: noi professionisti del settore abbiamo davvero un peso in questa trasformazione?
Se la risposta è no, allora tutte le nostre strategie di adattamento potrebbero rivelarsi un' illusione.
La Metafora dell'Arco e la resistenza creativa

Tuttavia, esiste un "ma" fondamentale: per quanto possano piegare mercati e orientare pensieri, questi poteri non possono cambiare davvero la mente delle persone.
Devono servirsi delle stesse armi che usiamo noi: la parola, la capacità narrativa, la forza persuasiva. E quella non si compra, non si improvvisa. A volte basta una singola pietra, la chiave di volta, per tenere insieme un intero arco.
Dietro loghi e piattaforme, a sostenere l’impalcatura della comunicazione di massa, restano comunque professionisti: voci, creativi, agenzie.
Il paradosso è che la stessa finanza che costruisce i pantani e gli Hilton è anche quella che produce le serie distopiche, ce le fa doppiare e, infine, compra le nostre voci. Un meccanismo di controllo dal sapore distopico, servito però come intrattenimento e anestetizzato sul divano di casa.
Eppure, alla fine, senza chiave di volta ogni arco crolla.
Forse quella pietra non appartiene ai fondi d’investimento, ma a chi sa ancora usare la voce per smontare illusioni, raccontare storie e restituire senso, persino attraverso gli stessi canali che
il sistema ci mette in mano.
Scrivi commento