I compressori sono probabilmente tra gli strumenti più utilizzati nelle produzioni audio. Plug-in e fisici. Nella musica consentono di creare equilibrio tra i vari suoni rendendo percepibili
strumenti che fra loro tenderebbero a coprirsi.
Si usano per le voci durante la ripresa e dopo, si usano nel mastering.
La funzione dei compressori è comprimere, per quanto sembri banale. La compressione infatti consente di correggere la dinamica per farla restare nei limiti della disponibilità di dB dei sistemi
audio. Ma i compressori sono anche un ottimo alleato nel mix di musica, effetti e voci per le produzioni più realizzate in questi anni: spot, filmati per il web e podcast.
Il compressore abbassa il suono. Però poi si sente meglio.
La chiave di lettura è nella comprensione di come funziona la dinamica nell'audio: ogni file audio presenta una escursione dei picchi, i transienti, più o meno elevati rispetto alla media del
suono.
Sapendo che, per esempio, non si superano -6 dB di picco sappiamo che possiamo alzare il volume fino a che arriviamo li! Ma se la media del suono è bassa e i picchi sono alti allora
sentiremo poco.
Il compressore comprime tutto ciò che sta sopra un certo livello abbassandolo. A quel punto è possibile alzare il volume generale e si sentirà meglio. Si avrà maggiore RMS, maggiore
LUFS. Lo fa anche un limiter ma opera in modo così netto da rendere il suono un po' sgradevole e va usato con parsimonia alla fine della catena di compressione.
Alcuni compressori lo incorporano altri no e va aggiunto. Ma di fatto un compressore è già di per se un limiter. Magari meno preciso di un limiter vero e proprio, ma è meglio così.
I compressori si usano anche sfruttando il side chain, quindi occorre un software che gestisca un minimo di routing dei suoni: Pro Tools, Logic, Cubase, Reaper, Audacity per citarne alcuni.
Non tutti i compressori sono uguali, non tutti i compressori offrono il side chain e non tutti i compressori consentono di regolare i tempi di attacco e release dell'effetto.
Alcuni compressori come i multi banda gestiscono la compressione diversificata su differenti bande di frequenza del suono, altri consentono di rilevare il suono che entra in side chain in base a diversi parametri di tagli di frequenza così da farli lavorare solo su determinate gamme di frequenza e non su altre.
Per chiarire, il suono che entra in side chain piloterà la funzione del compressore il cui effetto però si sentirà sulla traccia dove il compressore è inserito. Significa che se usi la voce dello speaker sul canale side chain e il compressore è sulla base su cui lo speaker parla, puoi creare di fatto una automazione di volume pilotata dalla voce che farà agire il compressore.
Trackspacer è un plug-in che si presta benissimo a questa funzione.
Ma ce ne sono altri che possono essere usati allo stesso modo e perfino i compressori classici presenti in ogni DAW consentono di compiere lo stesso lavoro di mix.
Quello che occorre per realizzare questa tecnica è una DAW e dei compressori con il supporto al side chain.
Il side chain classico lo puoi vedere in moltissimi compressori fisici che hanno solitamente sul retro un ingresso jack dentro cui è possibile far passare un suono che sarà poi il pilota del
compressore, il quale agirà comunque solo sul proprio master in uscita.
La tecnica del compressore in side chain è usatissima nei pezzi dance e pop in cui si dente chiaramente che la batteria, di solito la gran cassa o XDrum, quando entra si abbassa una parte degli
altri suoni donando una particolare sensazione dinamica al pezzo e una sensazione di gran botta del ritmo.
Prendo a prestito questa tecnica per applicarla a progetti più semplici di un mix musicale per facilitarmi la vita e per concentrarmi sul narrato sapendo che tutta la musica mi seguirà.
Userò anche Cubase 10 dove il compressore nativo di Cubase offre i classici controlli.
Attraverso il GR (gain reduction) puoi controllare quanto verrà abbassata la traccia della base ogni volta che il parlato agisce.
Si gestiscono i tempi Hold e Release e si può fare riferimento ai livelli di picco o alla media RMS nell'ascolto della traccia in Side Chain. Consiglio l'RMS per la voce. Dry Mix miscela l'effetto del compressore rendendolo più attivo (dry) o meno attivo (mix).
Esistono plugin specializzati che possono ottenere risultati simili. Uno dei più celebri è Trackspacer della WavesFactory.
Attivando il Side Chain della traccia della voce crea spazio alla voce abbassando la musica e creando un taglio sulle alte e le basse, regolabile per lasciare più o meno intero il suono della musica. Sono possibili molte regolazioni compreso il panpottaggio dell'effetto su un canale lasciando più o meno invariato l'altro con possibili interessanti effetti creativi. Dato il costo esiguo e la semplicità è un ottimo candidato. Questo plugin applica due funzioni, l'equalizzazione e il gain reduction contemporaneamente.
Una particolare attenzione la dedico a C6 della Waves (C4 fa +/- lo stesso) che è un compressore parametrico con una ottima gestione di tutto quello che serve per creare lo spazio nella base musicale per far si che la voce vi si inserisca creando un impasto più dettagliato rispetto al mix vero e proprio e a differenza di TrackSpacer tratta meglio la base musicale agendo su singole bande di frequenza invece che facendo solo da passa alto e passa basso.
Qui un video, buona visione.
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