Faccia a faccia!
Nel mondo del voice over, il Peer to Peer (P2P), è un rapporto diretto tra due parti, una chiede l'altra offre.
Un solo intermediario, il muro su cui l'offerente appiccica il suo messaggio e su cui il richiedente va a leggere. L'artista incassa direttamente dal cliente assumendosi tutti gli oneri del caso ma potendo contare sull'intero importo del progetto e il cliente risparmia gli extra delle agenzie intermediarie. Potenzialmente tutti e due sono felici.
I P2P sono anche il primo pensiero di chi si approccia al voice over da home studio per affacciarsi sul mercato. A chi scrivo che esisto? A chi lo dico? Invece di farmi un sito magari mi faccio una pagina su uno di quei portali.
Nel mio settore sono nati portali specializzati il cui compito è proprio quello, mettere in contatto chi offre con chi cerca.
In Italia esempi di P2P "puri", cioè che fanno poco più che da muro vero e proprio sono Voci FM ma anche TrovalaVoce:
Voci FM è un sistema avanzato molto attivo che si offre ad artisti e produttori offrendo servizi aggiuntivi senza intromettersi nel business dei suoi due clienti (artisti e produttori), servizi volti a migliorare gli incontri e offrendo anche spazi pubblicitari. Cioè fa business pulito sul suo muro.
TrovaLaVoce è un sito statico presente da anni con alcune tra le più belle voci nell'ombra d'Italia. Sono raccoglitori di professionalità e demo su cui è possibile realizzare un casting
in autonomia.
Sono un bell'aiuto, non tutti i professionisti hanno un sito web o un blog e comunque cercare tutti uno per uno sarebbe difficile.
Una scrematura tra qualifica, sesso ed età è stata fatta, indirizzi email e telefoni sono disponibili, i muri fanno il loro mestiere: il muro. Bello o brutto, avanzato o statico, fanno il
muro.
Ma potrebbero mutare pelle in futuro: il Voice Over è un business. Occorre anche fare distinzione tra portali P2P e Agenzie o studi di post produzione che offrono ai loro clienti un
parco voci selezionato, c'è differenza. Quella sottile differenza che mi ha portato a scrivere questo post.
I muri non stanno a guardare
A livello internazionale c'è stata una evoluzione di questi muri P2P che, aggiungendo una piccola tariffa, un piccolo affitto, consentono agli occupanti del loro muro di partecipare ai
casting.
Hanno invertito l'approccio: invece di offrire il muro agli artisti, offrono il muro tappezzato di artisti ai produttori di contenuti con uno strumento di diffusione degli annunci di
ricerca, cui gli artisti possono rispondere direttamente. Il messaggio è:
"non andare a cercarti gli artisti! Lascia che siano loro a venire da te e risparmia tempo!"
Voice123, Bodalgo, Voices sono i tre più celebri a livello internazionale. Ci sono tantissime differenze fra i tre.
Non ho citato Fiever e nessuno dei tanti nuovi portali di "opportunità" perché non sono certamente specializzati nell'audio e nel Voice Over. Ma anche su quei siti si trovano soggetti che (s)vendono questo genere di servizio.
Se prima di questa evoluzione esistevano solo gli studi specializzati che avevano al loro interno una scelta precisa di artisti, e che facevano da mediatori incaricandosi di trovare l'artista più adatto al prodotto e al budget del cliente ma conoscendo i propri professionisti, ecco che con il P2P il cliente finale ha potuto svincolarsi dall'agenzia andando a trattare direttamente e facilmente con l'artista.
Pezzi sparsi senza istruzioni
Non tutti sono in grado di lavorare la materia grezza, così quando una persona priva della necessaria esperienza, per risparmiare va a recuperare i singoli materiali e poi li assembla, il
risultato non mediato dall'agenzia o dallo studio non raggiunge l'obiettivo.
Chi assembla musica e narrato potrebbe non sapere come ottenere un mix con il giusto loudness e come far risaltare voce e musica. Ho detto loudness non volume,
c'è differenza.
Potrebbe non accorgersi di non avere fornito tutte le indicazioni alle parti coinvolte dando per scontato che quel che ha in mente lui corrisponda anche agli altri.
Chi ha scritto il testo potrebbe non distinguere tra scrittura per stampa e narrato la cui stesura è parecchio diversa. Potrebbe temere di non averci messo tutte le informazioni riempiendo inutilmente di parole un audio che perde così la sua forza comunicativa. Eccetera eccetera eccetera.
Accade che pur avendo tutti i pezzi per realizzare una Ferrari non si riesca a ricostruire la vettura. Non è colpa dei pezzi che singolarmente sono fantastici: chi li assembla spesso non sa come farli funzionare al loro meglio.
Beh, un pezzo manca: si chiama competenza.
Esserci o non esserci?
Questo è il dilemma. Puoi essere ovunque, usando i muri come amplificatori della tua visibilità. Volantinaggio.
Curioso che su Voice123 e su Voices, come per moltissimi altri simil P2P, non esista la funzione per cancellarsi in autonomia.
Non è previsto l'oblio!
Se non su richiesta.
Ma chi vorrebbe farlo? Chi vorrebbe cancellarsi se è possibile mantenere il profilo anche gratis? Tutta pubblicità, tutto guadagno.
Gratis. Quando c'è questa parola significa che comunque paghi, solo non hai ancora capito come e nemmeno quando e quanto.
Sul mio profilo Voices avevo 5 stelle di gradimento. Decine di feedback positivi sui lavori realizzati. I miei demo erano stati ascoltati migliaia di volte ed ero tra i preferiti di molti.
Ma a me i conti non tornavano lo stesso.
Avevo l'impressione di non essere io il valore aggiunto a quel pezzo di muro. Se è vero che in una azienda l'impiegato è un ingranaggio che se tolto dal suo posto provoca un
disagio, su questi portali nessuno nota il cambiamento della sparizione di nessuno. Per bravo che sia!
Ok, immagino il tuo pensiero! Mettiamola giù cattiva: faccio un atto di umiltà, mi accetto per quello che sono senza inganni: non sono una celebrità, sono uno
speaker qualsiasi, confondibile tra mille. Sono l'ultima ruota del carro, lo sfigato del bar, dai, fammi male: l'idiota del villaggio. Guarda, non so neanche perché faccio questo mestiere!
Se anche fosse davvero così tragica la situazione, l'intero universo non avrebbe senso. Io dovrei aver chiuso i battenti. Eppure sono a lavorare ore e ore al giorno come speaker senza il
portale! I conti non tornano.
una perfetta macchina da guerra
Queste macchine grazie a dosi massicce di pubblicità sono sempre in cima alle ricerche.
Vi stazionano un enorme numero di presunti professionisti, tutti li nella loro cabina disposti a registrare un provino. In tantissime lingue.
Vuoi mettere la fatica di doverti cercare gli artisti uno per uno?
Prepari il tuo progetto, fissi il budget, attendi le risposte, scegli, paghi e hai finito. Non devi neanche salutare. Definirlo perfetto è poco.
Il cliente se è in grado di scegliere uno speaker, li è a nozze.
Il problema ce l'hai tu come speaker: su Voices, ad esempio, quanti saranno gli speaker selezionabili? I tuoi concorrenti?
360 per l'italiano il 31 agosto! Fai la prova e ascolta.
Ci sono gli inglesi o gli americani che masticano" itoliani chi parlino di pasta", poi ci sono quelli che la mamma gli ha detto "hai una bella voce" e sputazzano qualcosa al microfono e poi ci sono i Dj e gli speaker, tutti quelli più o meno professionisti e professionali che trovi all around the world. Gente brava!
Il portale come avrai capito non opera scelte d'ingresso.
Perché dovrebbe? Un muro è un muro. Non ci sono verifiche tecniche, né artistiche, né linguistiche. Il portale non distingue.
Il cliente deve farsi carico delle verifiche di qualità e non è detto che sappia che una bella voce non basta. Sei tu che garantisci per te stesso.
Ma nessuno lavora gratis. Voices per esempio viene pagata due volte:
1- per partecipare ai casting automatici tu devi pagare la quota.
2- Se vinci un casting e vieni pagato paghi la percentuale di commissione (era al 15% non so a quanto sia ora).
A carico tuo o del cliente a tua scelta.
Potrebbe essere una quota d'agenzia, la si pagherebbe volentieri: un agente o un
rappresentante se l’è guadagnata procurandoti un ingaggio. Ma un agente avrebbe un contratto con te, saresti parte del suo book. Ma questo è un P2P, quindi non capisco il meccanismo, sopra
tutto per il fatto che frequentemente anche per lavori piccoli, su Voices trovavo un intermediario del portale, non il cliente. Quindi sembra non sia più il cliente a caricare e gestire il
progetto, compreso il budget, sembra che il casting sia mediato dal personale del portale stesso. Sono persuaso che ci sia una ragione di speculazione e controllo.
vita vissuta
Esperienza personale vissuta sulla mia pelle e te ne parlo apertamente. Trarrai tu le conclusioni. Un po' di tempo fa una celebre azienda a respiro internazionale con una sede anche in
Italia mi ingaggia attraverso il portale per realizzare la versione italiana di uno spot per il web.
A coordinare non c'era il cliente o un suo addetto, come avviene sui P2P, c'era invece un Project Manager di Voices. Faceva da tramite per le nostre
comunicazioni.
Comunicazioni in inglese tra me, che sono italiano e gli addetti dell'azienda, italiani.
L'incapacità del Project Manager di intendere la nostra lingua gli ha fatto commettere gaffe e confusione a tal punto che il cliente stesso mi scrisse un messaggio direttamente sullo script, in
italiano: "chiamami appena puoi!" seguito dal cellulare. Era chiaro che non faceva parte del testo dello script. Messaggio in codice.
Ho dovuto chiamare, per me stesso, per portare a termine il lavoro con dignità. Ho parlato solo di script e intenzioni, formato audio e volume ma, il terrore che avessi potuto
ottenere altre informazioni circa prezzi e condizioni trattate da Voices con il cliente per la mia voce, era tangibile. Si capiva dalla mail stressatissima del Project Manager che si era visto
scavalcare.
Avevo risolto il suo problema ma lui era tutto preso a cercare di sapere di cosa avevamo parlato e a ribadire che il regolamento vieta il contatto!
Ma chi lo ha scritto 'sto regolamento? La dea Kalinda? Giove Pluvio? Il contatto era nel file che mi hai inviato tu stesso, piccolo scimunito!
Non ho chiesto quanto avevano pagato per me, ho una dignità.
Il cliente vorrebbe saltare le commissioni dell'agenzia o dello studio cercando un servizio self service ma parte del budget passa altrove e allo speaker resta molto meno, con il risultato che molti professionisti che non vogliono essere sottopagati non rispondono neppure. Anche nel mio caso non avevo risposto, fino a che non sono stato invitato direttamente con preghiera di aiutarli nella realizzazione del progetto.
Per non parlare del fatto che con i casting automatici il voice talent partecipa fra centinaia di persone che hanno inserito i tag della loro voce personalmente, cioè senza il criterio
di un professionista esterno che definisce la voce dal punto di vista professionale: la chiave che fa comparire gli artisti nelle ricerche è inserita dall'artista!
Oste! Com'è il vino?
Voices, getta la maschera!
Non sei un P2P! Sei un finto P2P limitato ai lavoretti piccoli ma ti tieni i bocconi più grassi e succulenti.
Ecco, l'ho detto! E lo fa in modo così sporco che sul web ho visto screenshot e testimonianze di lavori a budget postati su più portali P2P ma che stranamente, quando arrivavano a Voices
erano più poveri, con meno budget. Questo ha semplicemente dato conferma a quel che anche io già avevo veduto.
Se Voices fosse un agenzia, offrirebbe un servizio al cliente finale, un controllo sul lavoro, una competente supervisione: registrazione dal vivo della sessione, controllo e regia. No, nulla di tutto questo! No! Tutto il lavoro resta a carico dell'artista e del cliente.
Tirando le somme: tu paghi il portale per partecipare direttamente ai casting ma pare che sia il portale a decidere a quali casting tu parteciperai davvero e a
quali condizioni.
Facile come dire 1, 2 e 3
Nel 2013, ho inutilmente scritto ad Alex di Voice123 per comunicargli che trovavo riprovevole che loro stessi avessero sfruttato i profili paganti di Voice123 per raccogliere i clienti per la loro nuova creatura VoiceBunny.
Mi spiego meglio: volevo fare un casting di prova per comprendere il funzionamento guardandolo dalla parte del committente, per capire il suo punto di vista e così scoprii un
mondo un po' diverso da come me lo raccontavano.
le persone come me che si erano iscritte pagando i loro quasi 300 dollari a Voice123 per partecipare ai casting, per fare parte dell'élite Professionale, non sapevano che i committenti a caccia di speaker sul portale, mentre stavano per postare una richiesta di speakeraggio, venivano invitati ad usare VoiceBunny suggerendo che era meglio che fare casting su Voice123. L'invito avveniva attraverso un messaggio sulle pagine di Voice123 durante le fasi di creazione del casting. Ora non ricordo esattamente il messaggio ma ricordo che mi sorprese e mi fece piuttosto arrabbiare!
Come se tu avessi preso in affitto un negozio di patatine fritte e davanti alla porta, nascosto, ci fosse il padrone a cui paghi l'affitto del locale, il quale ricorda ai tuoi avventori che nell'altro suo negozio ci sono più patatine e più scelta.
Naturalmente non mi risposero. Né Alex né la sua compagnia. Non sono così onorevoli. In effetti adesso il portale offre l'iscrizione a 40 dollari (offerta limitata!). Che è successo amico mio?
Coniglio al forno
Ma prima di questa vicenda ricevetti inviti per partecipare a VoiceBunny e andai a vedere di cosa si trattava. Conosci il tuo nemico.
In pratica tu potevi essere inserito gratuitamente nell'elenco delle voci con una sigla al posto del tuo nome. Ti ricordo che sul portale Voice123 per partecipare ai casting
dovevi pagare.
Anche su VoiceBunny dovevi farti il tuo profilo e inserire i tuoi demo senza mai dire il tuo nome. Un self service, una specie di Ikea dove costruisci la tua
tana. Erano richiesti demo cortissimi perché, dicevano, "il cliente non ha tempo di ascoltare"!... sig!
In quel periodo obiettai alla Tyler (il volto del portale) che VoiceBunny sembrava essere un sistema disumanizzante dove le persone stavano a casa loro con il computer acceso, pronti davanti a un microfono per rispondere velocemente appena arrivava una richiesta. Partecipare ma senza mai alcun contatto eccetto indicazioni, registrando demo su parte che spesso erano l'intero script. Era come fare a gara per essere pescati alla pastura. C'era anche una applicazione che ti avvertiva dell'arrivo immediato di una richiesta.
Il cliente di VoiceBunny arrivava e lanciava un casting. Se era richiesto un demo personalizzato tu dovevi essere svelto e possibilmente economico e forse venivi accettato.
La velocità era tutto. Il costo basso era tutto. Tutto era tutto.
Tu restavi nella tua scatoletta e lavoravi a cottimo. A chiamata.
Ci pensi? Un esercito di lavoratori non necessariamente qualificati, senza pretese. Intercambiabili. Sicuramente ci sono stati cambiamenti ma le basi temo siano le stesse: VoiceBunny si tiene i clienti, tu sei funzionale al portale perché rendi felici i loro clienti.
Tra gli utilizzatori del server che avevo incontrato, nella maggior parte dei casi radio locali in cerca di frasi per la loro messa in onda. Spesso scritte in un linguaggio approssimativo simile all'italiano.
Causa un bug del sistema VoiceBunny, per un periodo è stato possibile sentire e visualizzare tutti i file caricati per i casting e le comunicazioni, ed è stata una vera esperienza rendersi conto
della povertà qualitativa complessiva. Un sintetizzatore vocale come Google Translator fa molto meglio e costa nulla. Se questo deve essere il futuro dei muri P2P, spero in movimenti tellurici
mirati.
La rivelazione
A quella discussione, mi rispose anche Lisa, immagino una collega speaker e mi rispose che c'era gente che si trovava bene con il sistema così strutturato: le persone stavano a
casa a fare le loro cose e partecipavano, incassando quando ottenevano un lavoro. Lei era felice. E ne ho incontrati altri della stessa opinione.
Ma si, il problema non è del sistema, io sono un complottista e voglio vedere il marcio in Danimarca ma stanno rappresentando Peter Pan!
Quindi ho sbagliato teatro!
La mia conclusione, ovvia, è che esistono vari livelli di professionalità in questo mestiere e su questi portali.
Finalmente ho capito! Ci sono i passatempisti che per una piccola ricompensa, come su Fiever fanno quello che sanno fare (Fiever vuole il 20%, così per fare giornata). Ci sono i casalinghi e i pensionati che restando a casa fanno pure loro un po' di grano offrendo i loro servizi a questi server. Che c'è di male!?!
A nessuno di loro servono clienti ma solo occasioni, fugaci occasioni.
I clienti sono roba difficile.
occhio alle spalle
Ma l'avventura con VoiceBunny non è finita li: il portale stesso qualche tempo fa, ha messo in piedi una campagna di email marketing mirata a contattare direttamente gli speaker che già lavorano on line.
Prima ha trovato clienti arraffandoli agli utenti paganti di Voice123, poi ormai rotto ad ogni esperienza, non si è limitato a contattare gli speaker che avevano un
sito web ma si è presentato direttamente sui siti aziendali di altri portali concorrenti o su altri P2P invitando direttamente gli speaker ad entrare a far parte del loro fantastico mondo o come
preferisco dire, ad entrare nel buco del coniglio.
Io stesso ho ricevuto il messaggio attraverso più agenzie con cui collaboro e non mi sono risparmiato di chiedere al coniglio di piantarla di essere carogna, non era un suo dovere. Ma il coniglio stesso mi ha risposto che ne aveva il diritto. Di essere carogna.
L'etica a casa VoiceBunny non ci è mai arrivata, forse è allergica al pelo del coniglio. Ma che i conigli non avessero molte remore a prenderti da dietro lo sappiamo da tempo.
Tattica di gioco
I grossi portali, i giganti, che facciano o meno scelte di qualità o di quantità, per avere il loro tornaconto hanno tattiche di gioco.
La paura è il più grande nemico di ogni persona. La paura di non esserci, di perdere un' occasione, di essere dimenticati e sostituiti.
Ogni gigante è generoso, ti consente di far parte del suo regno anche gratis, ma se paghi potrai avere il privilegio di partecipare ai casting.
Altrimenti sarai visto solo se qualcuno ti nota e ti chiama personalmente. Comunque vada vince il gigante.
Voices ha comprato uno dei più grandi database di voci degli stati uniti. Una realtà che probabilmente aveva bisogno di essere rinnovata e che rappresenta studi,
talenti e persone capaci. Potrebbe essere un salto di qualità!
Sapendo però come lavora e agisce il gigante canadese, con l'intento dichiarato di sbaragliare il mercato e visti i precedenti comportamenti, atteggiamenti e dichiarazioni di non
prevedere alcuna trasparenza sui prezzi e budget con la community di Voice Talent, molti di noi hanno il dubbio che egli non userà quei dati nel rispetto della comunità cui
appartengono!
La tattica? Coprire vaste aree di mercato e di offerta.
Se copre una sempre più grande fetta di mercato, se i clienti passano attraverso Voices, se dispone dei demo e dei contatti di migliaia di persone sarà il gigante a dire come, quando e quanto!
Non tutto il mondo è paese
Sarò onesto!
Per me è facile cancellare i miei profili da questi colossi perché vivo e lavoro in Italia dove non è così che si opera, non col P2P.
Invece, un americano o un anglofono ha molti più dubbi nel decidere se lasciare o meno la grande barca del gigante.
Per gli americani o i britannici i casting sono tantissimi e anche molto ghiotti persino restando in ambito P2P, così è possibile vivere di sole occasioni senza badare al cliente.
Almeno per un po', forse per molto tempo fino a che i P2P stessi non cambiano le regole. Che tu le accetti o meno non importa perché lavorando solo in funzione del P2P, non hai controllo
sulla tua carriera e non hai clienti diretti.
Di fatto dipendi dal portale, lavori per lui. Ma non hai alcun contratto.
Aggiungo che sembra non essere una gran vita: ci sono molte persone che dividono la giornata in due parti: mattino casting e mailing, pomeriggio e sera lavoro al microfono. Una catena di
montaggio. Però a fronte di un enorme numero di offerte, c'è anche un enorme numero di risposte e di concorrenti da sbaragliare.
Se non c'è lavoro si partecipa di continuo ai casting, sempre in attesa di ottenere un incarico. Tenendo alto il tenore del portale.
Il rapporto di resa non è 10/1 ma più alto, ho stimato ogni 50 o 100 provini ma non ho certezze matematiche, la mia è solo una stima basata sulla
personale esperienza sui casting in lingua inglese quando, per un singolo progetto sono arrivato a contare anche 300 persone a contenderselo.
Non sono esperto di statistica ma queste cifre io le ho viste di persona.
Puoi fare anche tu una prova, fai un casting. Io l'ho fatto e pagato.
La vecchia Europa
In Europa abbiamo una differente cultura del lavoro. Il P2P per resistere deve fare scelte drastiche e a volte antipatiche per puntare alla qualità.
Per esempio, non tutti gli speaker trovano posto su Bodalgo. La ragione è semplice: Il fondatore del sito, che è anche il volto dell'azienda fa delle scelte: se non corrispondi a
standard che lui reputi elevati non puoi starci.
Non importa se paghi o no, importa che tu sia bravo secondo i suoi standard. Infatti Bodalgo offre strumenti per creare una community trasparente e ricca di professionisti. Sembra uno spot ma
dico solo quello che ho visto. Resta un P2P avanzato, ma è onesto e ben realizzato. Credo che a Bodalgo sappiano benissimo che pur mettendo in contatto cliente e speaker, sarà sempre il
portale a vincere la partita: i suoi servizi attentamente studiati, la qualità professionale degli iscritti, fanno sì che, chi ha usato il portale, resti poi un cliente del
portale.
Il cliente di Bodalgo contatterà gli speaker sempre attraverso il portale stesso, anche se lo speaker dovesse essere il vicino di casa.
Bodalgo resta il più fedele al modus P2P, ma offre controllo anche per i Voice Talent impedendo che i clienti postino progetti con prezzi non aderenti alle tariffe del settore e
verifica che tutte le operazioni si svolgano nel rispetto etico e professionale. Il gestore sa perfettamente che un impoverimento del settore porta a un impoverimento di tutto l'indotto.
Quindi gesundheit, Bodalgo!
(chissà cosa ho scritto)
Il Cliente
Il Cliente, con la C maiuscola, è la chiave del successo di ogni forma di commercio.
L'oggetto sacro del business. Senza di esso gli affari non hanno radici.
Non sono i soldi l'importante, ma i clienti, averceli, tenerseli stretti, fare in modo che loro ti considerino un valore. Se per le persone per cui lavori il valore è il
portale, allora il cliente non è tuo e tu sei solo una pedina. Anche importante ma una pedina.
I portali P2P non possono essere considerati "Clienti", un muro non è il tuo cliente, è solo una vetrina. Potrebbe essere al massimo un punto vendita. Ogni passo nell'abbellimento del tuo profilo, arricchisce prima il portale e poi anche te. Abbi l'accortezza di farlo anche sul tuo sito web. Perché ce l'hai una sede, un luogo tutto tuo!
Sana concorrenza
Ok, sei un professionista, allora sappi che quando lavori attraverso il web sei esposto come e più che se avessi un negozietto in città.
La tua città è il web e chiunque può raggiungerti, anche clienti dei tuoi stessi clienti. Questo fa si che tu, anche involontariamente e persino nel tuo pieno diritto, possa diventare
fornitore e contemporaneamente concorrente dei tuoi stessi clienti. Occorre etica, al di sopra del guadagno del momento, guardando il business con maggiore distacco.
Diventa necessario distinguere tra dettaglio e ingrosso. Ci sono ragioni se all'ingrosso si praticano prezzi differenti rispetto al dettaglio: chi compra da te all'ingrosso di fatto è
un tuo rappresentante, offre la tua voce a suoi clienti, i quali difficilmente verrebbero da te che offri solo la tua voce come speaker.
La tua voce e i suoi servizi sono l'alchimia esplosiva, l'insieme delle due cose.
Il tuo cliente cerca e crea il lavoro, costruisce fiducia, ottimizza, organizza e tu sei uno degli ingredienti della formula finale.
A volte come speaker sei tutte e due le cose, sai fare le stesse cose dei tuoi clienti e in più hai la tua voce.
L'etica sta nel non danneggiare i tuoi clienti. Devi imparare a dire no.
Imparare dal passato per commettere lo stesso errore
(in modo diverso)
Molti anni fa nel mondo delle radio si è verificata una rivoluzione:
congiunture economiche politiche e sociali che hanno portato ad un grosso cambiamento nelle radio private e le loro concessionarie, cambiamento cui hanno resistito solo i più forti.
Le radio locali più piccole cominciarono a vendere spazi pubblicitari a prezzi bassissimi per singolo passaggio, regalando sempre al cliente la produzione del comunicato. Pessima abitudine
che si è consolidata su tutto il mercato locale.
Ma uno spot regalato non suona come uno spot pagato, non ha lo stesso valore. Anche se identico a quello pagato e comprato.
Accadeva così che il cliente scriveva le sue richieste, ma la radio non disponeva di copy d'agenzia che stessero a studiare il comunicato, erano 20 secondi non pagati o pagati pochissimo, quindi
testi al metro:
"dove corri? Corro alla grande vendita..."
o i pregevoli spot con le verdure che parlano:
"ciao zucchina, ti vedo triste! Non ci fare caso, è solo la cipolla in offerta"...
(mmh... fin troppo creativo!)
Quei testi andavano registrati e le radio stesse avevano poco personale in grado di farlo quindi si aprirono le porte ai turnisti, studi di registrazione che contrattavano pacchetti di audio a basso costo con varietà di voci in turno.
Fino a metà anni 90 uno spot locale realizzato in studio non lo pagavi meno di 200.000 lire che oggi sarebbero 200 euro, lascia stare il cambio, alla BCE non sanno fare i conti della vita reale.
Gli spot in serie per le radio locali venivano venduti tra i 30 e i 50 euro, script escluso, se editati o solo bianchi.
Ricorderai anche tu Capone? Uno dei doppiatori italiani più famosi!
In quel periodo, lui o chi per lui mise in piedi un commercio di spot registrati a catena e pagati in abbonamento. Solo i bianchi, nessuna cura del testo!
Arrivava la bobina Revox dal corriere in max 48 ore dall'ordine.
Immagina le emittenti locali come si sentivano professionali ad avere in barra pubblicitaria Capone e Martello invece di Pino DJ e Madam Zizzola!
Prezzi così bassi da voci così famose, che francamente non credo avessero necessità di farlo, hanno portato la concorrenza ad abbassare ancora le tariffe e ad offrire sempre di più.
Prezzo ancora più basso, più voci in turno alla settimana, consegna in giornata e in omaggio un salame: lo speaker.
Prospettiva
Se oggi un gigante sfrutta il suo eccesso di ricchezza con stratagemmi per fare piazza pulita delle risorse, accaparrandosi tutto anche rimettendoci, portando la concorrenza ad agonizzare o anche
a morire, non la si potrebbe definire una azione etica.
La concorrenza ha un limite: non puoi uccidere il tuo concorrente perché sei il più forte. Il migliore gareggia, il più forte distrugge. Di solito dopo la distruzione restano macerie.
Se sei bravo come speaker tanto da poter essere pagato, sappi che esistono tariffe di prezzo base che sono valide per tutti.
Perché essere così sciocchi da svendersi per un panino quando si ha la fortuna di saper fare un lavoro difficile per i più? Anche se ti viene facile farlo, il che è una fortuna. Se poi lo fai
attraverso portali che sottostimando il reale valore del tuo lavoro, profittando sull'ignoranza, sulla miseria e sulla voglia di protagonismo, contribuisci a danneggiare un settore e sei davvero
sciocco perché non ci hai guadagnato nulla che abbia realmente valore.
Eliminare i paraocchi dell'egoismo, allargare lo sguardo sul domani. Lo hanno scritto in tanti in vari modi, sembra difficile ma basta avere il coraggio di farlo per cambiare il proprio pezzo di
mondo.
Ora una frase ad effetto: quel che facciamo oggi definisce cosa troveremo domani: non avere prospettiva significa minare il nostro cammino, per poi meravigliarci che ci sia scoppiato sotto i piedi.
In conclusione
Immagina un mondo dove restano solo i giganti, dove tutto è gestito solo dai più forti. Un mondo dove non esiste più la varietà data dai piccoli professionisti.
Quelli che vogliono sbaragliare il mercato vogliono realizzare questo, distruggere i concorrenti.
Intorno al 2005 e fino al 2010 i P2P funzionavano, c'erano tutti i professionisti e gli studi che li sopra si incontravano, poi è accaduto qualcosa e gli equilibri sono cambiati.
I P2P sono una parte piccola del mercato qui da noi, per adesso. Il fenomeno crescerà ma dovrà passare una generazione.
Visto come si comporta Voices, la povertà di correttezza di Voice123 e del coniglio suo figlio mannaro, le possibili conseguenze di una loro eccessiva crescita, io non me la sento di
appoggiarli. Nessuno di loro e di simile a loro.
Sì, questi grossi giganti nei loro blog ti insegnano a registrare, ti parlano di "marketing your self", promuoviti, ma sempre nel recinto del loro cortile.
Fatti più bello, allenati, scrivi quanti lavori hai realizzato, partecipa alle discussioni sul loro blog e dai il tuo contributo, fai vedere che sei qualcuno, metti in mostra le tue qualità sul
tuo profilo, condividi il tuo profilo sui Social.
Ti rendono la vita facile, bastano due click, facile come dire 1, 2, 3, sarai visibile e parteciperai, metti il link della tua pagina sui tuoi social o sul tuo sito, promuoviti usando i loro servizi. Non ti serve un sito, fanno tutto loro.
E vincono la partita.
Ogni Voice Talent come ogni altra persona del resto, dovrebbe scegliere oggi su quale futuro preferisce investire. Questo non è un consiglio e neppure una denuncia: sono consapevole che io
da solo non cambierò l'evolversi del mercato, che i punti di vista sono differenti, che ogni persona vede e vive le cose a suo modo. Spero solo di averti offerto uno spunto di riflessione sul tuo
domani.
Io e te siamo la forza di questi portali e decidere a chi affidare le nostre qualità è importante. Mi sento solo di suggerirti: scegliti una squadra e gioca per quella.
Addio Voices e addio Voice123. Il coniglio manco lo saluto.
Se vedrò la stessa aria da furbetti e sbruffoni in altri luoghi sono già avvezzo all'oblio, mi basta un click! Ho scoperto che il lavoro arriva senza questi avidi bestioni, basta dedizione, passione, onestà e fede.
Alcune di queste cose, sono certo di averle.
Scrivi commento
Sante (sabato, 23 settembre 2017 20:10)
Ciao Paolo!
Bravo !!!
mi ha fatto molto, ma molto piacere leggere le cose che hai scritto.
Non avevo dubbi in proposito, ma ti volevo far sapere che penso che sei veramente una bella persona.
Un abbraccio
Paolo Balestri (sabato, 23 settembre 2017 21:05)
Grazie!
Mario Loreti (giovedì, 12 ottobre 2017 00:35)
Quella del tipo del p2p che tentava di gestire un progetto tra 2 italiani la dice lunga!