Questa è una prova con un microfono da viaggio. La sfida è sempre quella di poter fornire un suono di qualità il più possibile vicina a quella del microfono in studio, quindi solitamente un Neumann o un AKG o un Rode, o un Sontronics, solo per citarne tre classici, ma ancora Beringer, Shure, sE Electronics; microfoni con alimentazione Phantom, diaframma largo e tecnologia a condensatore.

Una premessa fondamentale: io non sono un tecnico elettronico o un ingeniere ma uso da anni per professione questi prodotti, quindi il mio test ha lo scopo di provare empiricamente senza alcuna pretesa scientifica.
Per approfondire argomenti circa l'audio tra i tanti siti disponibili in rete ti consiglio The Soundmaster, di Enzo Ferrara, che, anche se non conosco personalmente, ringrazio per aver voluto divulgare tanto sapere rendendolo disponicile on line, clicca e godi. 

Quindi, chiarito quello a cui vai incontro proseguendo la lettura io ora mi faccio il mio personale test questa volta pensando veramente a cosa potrei portarmi dietro se dovessi fare un viaggio il più leggero possibile e volessi comunque poter registrare. Quindi Apogee MIC e Blue Yet-i accompagnati da un iPad Mini prima generazione e da un Samsung Galaxy SIII. Taca banda!

L'importanza dell'ambiente dentro cui posizioni il microfono, do per scontato che tu la conosca, ma per intenderci: per quanto un microfono offra una buona resa sonora, se ti metti a registrare una voce in un bagno di piastrelle anche se sono le maioliche più raffinate al mondo... il suono sembrerà sempre ripreso dentro un cesso! 

Quindi se dovessi trovarmi in un albergo, probabilmente metterei un tavolino davanti all'armadio, ne aprirei gli sportelli, appenderei qualche giacca o coperta attorno a me e poi, appurato di essere di fronte a un "cardioide" e definita la giusta distanza ecco che potrei registrare. 

La capsula che fa lavorare il condensatore è piccina, grande come l'unghia di un pollice. Quando si pensa a un microfono, senza essere per forza degli ingenieri si può capire che la dimensione conta in termini di capacità di ripresa, infatti la pressione sonora è quella che determina il movimento di questo timpano, poi arrivano molte altre variabili a definire il suono, livelli di sopportazione della pressione sonora quindi fattori di distorsione, quando comincia a sentirsi l'effetto prossimita, rumore rilevato dall'ambiente eccetera. 

Per quanto possa essere raffinato il nostro palato, c'è un pool di fattori che combinati rendono accettabile o meno il prodotto: praticità, qualità del suono (deve essere adatta almeno a Youtube, TV radio o cinema). Vediamoli questi fattori:

Praticità: è alto 11,5 centimetri, largo 3,5, non richiede altro che un USB e funziona su Android, iPad e iPhone, Windows e Mac. 

Suono: beh, qui dipende da parecchi fattori, la ripresa microfonica può essere un'arte ma in un ambiente decente a mio parere suona bene. In ogni caso Apogee ha prodotto parecchi test, qui sotto ne riporto un paio:

E tu credi che io me ne sia stato fermo e mi sia fidato? 

Non sia mai!

Cavo adattatore Apple Lighting to USB femmina

Cavo adattatore mini USB to USB femmina 

Caricate le batterie dell'iPad Mini e del Samsung Galaxy SIII ecco alcuni risultati: 

(i file sono file mp3 320 stereo oppure se il vostro browser non regge l'mp3 ogg vorbis massima definizione VBR)

Ho realizzato un test il cui risultato RAW rendo disponibile qui sotto. Lo puoi vedere anche nel video che accompagna questo post: un test di prossimità, uno di tenuta a volumi elevati e uno di overvoice. Tutta la prima parte è registrata su iPad poi l'ultimo pezzetto l'ho registrato su Android. 

Nel video i volumi sono livellati da compressori e limiter, ma qui sotto puoi scaricare il wave così come è stato registrato.

Nella parte a volume sostenuto, durante la ripresa video è chiaramente visibile che stavo clippando. Scaricando il wave è possibile ascoltare come restituisce l'audio il MIC. 

Qui sotto invece ecco il video completo su Youtube.

Grazie!