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20 agosto 2018

Non esiste ragione per avere per forza ragione

Scrivo un post lungo, noioso, per condividere un pensiero che ha attraversato la pancia ed è salito alla testa per poi passare alla tastiera.

Leggendolo, potresti pensarmi di parte. Se sei a destra riconoscere azioni della sinistra. Se sei di sinistra riconoscere azioni di destra ma il fatto è che tutti hanno usato questi mezzi e in genere chi tifa, tende a vedere il nemico dove non riconosce chiaramente i colori della propria squadra.

 

L'altro giorno ho risposto ad un post su un social, e mi sono dilungato a cercare ragioni di ciò che accadeva, allontanandomi fino ad avvenimenti che risalgono al 1981.
Non occorre essere politicamente di parte per leggere la storia.

 

In quell'occasione ho potuto chattare con una persona che si era limitata a girare una notizia come risposta al post principale, traendola da uno dei tanti giornali italiani. Scherniva dicendo "Ecco che cosa diceva caio! Provate a negarlo!"

 

Agente infiammatorio. Hai mai visto il fuoco sull'acqua?
Galleggia perché brucia sempre e solo in superficie alimentandosi della sostanza infiammabile che galleggia. Sotto l'acqua, non brucerebbe! 

 

La notizia altro non era che una parte di un fatto. Vero, indiscutibile, ma privo del resto del contesto da cui era tratta. Quindi agente infiammatorio, benzina per il fuoco che avrebbe portato chiunque fosse stato della fazione opposta o anche solo disposto ad approfondire ed a spiegare le ragioni, tutte valide, a rispondere con veemenza confutando la notizia. Notizia vera e innegabile. Ma fuori luogo. Quindi sostenibile solo con lo sfottò della persona che tentando di screditarla si schiera suo malgrado.
Brutto fascista. Brutto comunista. Brutto populista. Brutto liberista. Brutto, comunque vada.

 

Ma qui sta il bello: spiegare le ragioni richiede approfondimento. Cosa rara sui social. Quindi si sarebbe presto passati agli insulti, vera benzina delle discussioni.

 

Odio e amore bruciano!

 

Non potendo approfondire troppo, onde evitare che l'interesse si spenga, tanto vale spingere verso l'amore e l'odio. Oppure la paura e la speranza, altri combustibili.

Ma accade anche quando non esistono idee su cui far leva. Come nello sport ami una squadra e odi l'avversaria senza una ragione precisa.

Qui sui social accade lo stesso ma una ragione ti viene fornita:
una ragione che troverai tu nella tua pancia e che reagirà facendoti aderire ad una o all'altra parte.

In pubblicità non si fanno mai domande.
Si fanno nascere domande in chi riceve il messaggio. Quindi si danno sempre risposte ad una necessità. Se prima quella necessità non c'era, probabilmente nascerà. Chi ha già quella necessità, troverà la risposta.

Ma la domanda, se è mirata, se consente una sola possibile risposta che nasce direttamente dal target del messaggio, ha già centrato l'obiettivo.

Probabilmente la tua timeline nel tuo social network preferito è piena zeppa di messaggi che ti spingono a gridare:

"Ecco! lo sapevo! Vedi che c'era qualcosa di losco?" Click

Oppure:

"Ma andate tutti al diavolo! La colpa è vostra e dovreste tacere!" Click

Ma anche:

"Che schifo! Io ci avevo creduto" Click

E perfino:

"Io non ci casco! Questa è la verità!" Click

Ogni condivisione, positiva o negativa risponde alla domanda insita nel post cui stai reagendo. Potrebbe essere anche la reazione ad una affermazione in TV che poi ritwitti o per cui inizi una condivisione su Facebook.
La risposta ad una domanda con cui è facile sapere quel che ti fa reagire. Non importano i tuoi ideali, le tue idee, ma come reagisci. Il giorno del voto reagirai a qualcosa e avrai un istante per fare la tua X o per decidere di non farla per niente.
Non importa! Se non avrai approfondito e sarai invece restato a bruciare a galla, la tua reazione sarà probabilmente pilotata. Prevista. Prevedibile.

Su piattaforme come Twitter o Facebook, ed ogni altro simil sistema di divulgazione, la media di approfondimento dei temi è molto bassa. Tutto resta a galla, in superficie quindi gli Spin Doctor devono fare affiorare esche colorate che spingano le persone ad abboccare, a reagire.

Spin Doctor: la parola chiave per la lettura delle informazioni. Il pubblicitario che sa usare i social media. Un tambur battente di dichiarazioni, molto nette, concise, definite. Sopra tutto facili da comprendere, dirette alla pancia.

Se ti piacciono le condividi. Se non ti piacciono le condividi. Click.


Una volta si diceva: parlatene bene o parlatene male ma parlatene.

Così, di fronte ad un fatto, qualunque fatto di portata nazionale o internazionale e quindi complesso per sua natura, ogni persona connessa riceve messaggi semplici e di facile lettura.
La reazione è prevedibile e comunque sempre favorevole a chi gestisce la notizia perché se sei d'accordo lo gridi al mondo e se non sei d'accordo lo gridi al mondo.
Click. Azione, reazione. Senza approfondimento.


Succedeva in passato prima del web con altri mezzi. La TV dava una notizia. Al bar si ripeteva la stessa notizia con accento positivo o negativo ma era oggetto di discussione. La riportavano le testate giornalistiche che, io ricordo bene, erano aperte e visibili a tutti sui tavolini dei bar. 

Diversi i tempi di reazione ma alla lunga il risultato era identico, creare opinioni, indirizzare il pensiero, instradare attraverso notizie o titoli il pensiero, in modo che non possa muoversi al di fuori di binari controllabili, favorevoli o contrari non importa. L'importante è che non si scavi più a fondo, che non si sviluppi una coscienza collettiva sciolta da ogni catena. Fuori dai binari. Fuori controllo.

Dottrine politiche o religiose si nutrono di paura e speranza e possono veicolare il pensiero delle masse. Perfino in strati sottili e finemente mirati possono creare consensi o dissensi di sponda o completamente affondati nel canale indicato: chi si sente più ragionevole rispetto ai facili dogmi e tende a dissentire solo in parte, può trovare risposte adeguate al proprio pudore o al proprio senso di appartenenza ad una presunta classe, attraverso piccole rassicurazioni e alla presenza di sponsor di quell'idea, magari a volte esposta non così netta e semplicistica ma comunque mai troppo approfondita. Solo quanto basta.

Ogni volta che si reagisce d'istinto, lasciando che sia la pancia e non la testa a pensare, si rischia di fare il gioco degli specialisti della comunicazione che riescono così nella loro operazione di far girare: spin=rotazione.

Così funziona da sempre il lavoro dei comunicatori.
Fini conoscitori della psiche umana, sanno che non importa avere ragione per averne ragione.

Grazie per avermi letto fin qui.

 

Paolo

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