
Questo non è un attacco a chi si è clonato. È un manifesto per chi ancora crede che una voce sia più del suo suono.
Sono riflessioni di un Artigiano del VoiceOver nell’Era dell’AI - Un grido nel deserto digitale per chi crede che la voce sia DNA, non dati.
Mentre i colleghi si fanno clonare per qualche migliaio di dollari, convinti di aver trovato l’elisir del "guadagno senza lavoro", io continuo a gridare la mia verità scomoda: forse non hai capito niente del voice over.
Questo mestiere non è il suono che esce da un microfono. È passione per l’hardware che modula ogni sfumatura. È studio del testo, interpretazione, capacità di far vibrare un messaggio nell’animo
di chi ascolta.
È un patto tra esseri umani: chi sa comunicare e chi ha bisogno di essere ascoltato.
Illusioni tossiche: NDA indecenti che svendono la tua identità per una manciata di dollari. Piattaforme predatorie che ti spremono come limoni.
Clienti "non alfabetizzati" per cui sei già sostituibile da un algoritmo.
“Il cliente che non sente la differenza tra te e l’AI, è un cliente che hai già perso”.
Artigianalità: la ricerca del suono, e quella struttura invisibile – fatta di studio, esperienza e cuore – che nessuna AI potrà mai clonare. Diversa ad ogni produzione. Unica.
Se pensi che il futuro del voice over sia farti scannerizzare e incassare royalty, questo video ti da un altro punto di vista per pensarci su.
Se invece credi che la tua voce sia un pezzo della tua anima – un DNA professionale che nessun server potrà mai replicare – allora benvenuto.
Preparati alla mia verità nuda e cruda. Senza troppi sconti.
Se vorrai dirmi la tua, te ne sarò grato.
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